Anche Katie Price ha capito che scrivere un buon libro non è sufficiente per vendere e ha deciso di utilizzare le armi che Madre Natura le ha messo a disposizione.
Quelle armi non fanno parte della mia Santa Barbara, per fortuna. Guardate questa foto (è una delle foto più pudiche che ho trovato in rete. Poi se volete approfondire cercate su Google Images).
Sarebbe una buona occasione per parlare del marketing che sta dietro alla fortuna di molti libri.
Alcuni nascono già best seller, altri lo diventano da soli. Mi chiedo se un Faletti o un Lucarelli venderebbero così tanto se non apparissero sempre con un girocollo nero. Me li immagino in spiaggia con maglione e giacca, quaranta gradi all'ombra e l'aria di chi è preso a studiare tutto ciò che lo circonda come se fosse un dovere da eletto.
C'è chi è celebre per aver vinto lo Strega e tutti lo criticano di conseguenza. Magari quel libro non lo hanno neanche letto però "è di moda" dargli contro e dire che è soltanto un raccomandato oppure uno che ha avuto la fortuna di avere l'avallo di una Grande Case Editrice.
Mi riferisco in questo caso a La solitudine dei numeri primi: un buon libro.
Poi c'è chi è "intoccabile". Vende tanto e gli pubblicano pure la lista della spesa, tanto ai fan accaniti va bene tutto.
Infine, appunto, c'è chi ha delle proporzioni invidiabili e può permettersi, oltre di fare la stessa parte da bagnina di Pamela Anderson, di scrivere un libro.
E magari è pure brava. Il problema è che leggeremmo quel libro prevenuti. Chi ha letto Sapphire di Katie Price mi faccia sapere se è un bel romanzo. Sono davvero curioso.
Io nel frattempo mi chiedo quante copie vende la nostra migliore poetessa Alda Merini.
lunedì 3 agosto 2009
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