mercoledì 31 marzo 2010

Scrivere per il web. Da Grottango ai racconti minimalisti.

Ogni volta che inizio a scrivere qualcosa poi mi chiedo: a chi la devo far leggere? È qualcosa che ho intenzione di pubblicare su carta o tenere per me? Queste erano le uniche due vie che avevo deciso di praticare lasciando e abbandonando del tutto l'idea di rendere pubblici i miei scritti tramite questo blog.
Però sbaglio. Sbaglio perché sempre più spesso sento dire che pubblicare sul web serve non soltanto per avere il feedback di qualche blogger amico, ma anche perché le case editrici vanno a caccia di bravi scrittori leggendo fan fiction e, appunto, romanzi pubblicati gratuitamente. I casi a quanto ne so sono rari e forse casuali, però ci sono. E sopratutto sono gli addetti ai lavori che ogni tanto fanno riferimento a questo modo di fare talent scouting.

Quindi ho deciso per una terza via che non avevo mai preso in considerazione fin d'ora: ho deciso di scrivere per il web. Significa che progetterò, tempo e idee permettendo, storie che verranno pubblicate su questo blog e non tenterò quindi la lunga trafila della spedizione alle case editrici.
Alcuni vecchi progetti resteranno zippati nel mio hard disk. Parlo della Fenice (che vabbè... non dico più niente ormai), parlo anche dei racconti nerd che avevano un aggancio che forse ormai ho perso (se continuo a impiegarci un mese per scrivere 3.000 parole...). Anche Adelaide probabilmente tenterà la normale via alla non pubblicazione semmai dovessi continuare le sue disavventure.
Invece su questo blog pubblicherò dei racconti brevi (micronarrazioni minimaliste), forse impubblicabili a prescindere, e soprattutto finirò il progetto Grottango: l'arma senza tempo, il romanzo che ha ispirato l'anime omonimo. E non ditemi che Grottango non esiste eh!
Era chiaro che il Giovanni Verza di quel blog sono io. Alzi la mano chi non l'aveva capito.
Il romanzo purtroppo si è impantanato per:
1- Mancanza di motivazioni.
2- Perché dovevo riscrivere la Fenice che mi ha praticamente rubato quattro mesi di vita.
3- Perché non avevo capito come si scrive un romanzo a puntate. Il trucco sta nell'ignorare i propri errori e continuarlo fino in fondo.
Ho deciso quindi di riprenderlo e finirlo. Lì non ho bisogno di imbastire intrecci dato che la trama è già ben definita, devo soltanto stendere i restanti capitoli e pubblicarlo.
Il blog di Grottango forse chiuderà per evitare inutili dispersioni di accessi. Faccio pochi accessi qui e ormai nessuno in quel blog. I restanti capitoli, le idee, le revisioni e tutto il resto verranno quindi pubblicati sulla Fenice di Carta. Non a nome mio: Giovanni Verza ha un caratteraccio e forse vuole che gli si accrediti ogni cosa. E così sarà.

2 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Io non l'avevo capito.
Però ottima l'idea dell'eteronimo: Pessoa l'ha fatto quasi per gioco e invece é passato alla storia (post mortem, vabbé, evidentemente certe volte é proprio impossibile pubblicare da vivi).
Io anche sto praticamente sul punto di crollare e mettere tutto online in forma gratuita... che per me rappresenta una resa, perché non credo alla leggenda degli scrittori pescati sul web...
Comunque intanto in bocca al lupo.

Mirco ha detto...

Lara Manni è un esempio. Adesso non ne ricordo altri. Ariano, non vederla come una resa ma come una possibilità. Comunque se quello che hai scritto lo vuoi pubblicare su carta provaci. Se lo rifiutano chiediti il perché e riscrivilo. Magari scrivi anche per il web come hai fatto con i tuoi racconti nerd. Senza pretese o aspettative.