venerdì 9 luglio 2010

Due anni, un mese, una settimana e una manciata di ore

Ho aperto questo blog due anni fa e devo ammettere che pensavo fosse uno soltanto. Quindi mi stavo già scaldando le mani: che bello, ho un post da scrivere, un bel riempitivo che mi permetterà di grattarmi le ascelle e andare al mare.
Invece non è così. Sono passati più di due anni: due anni, un mese e una settimana. Forse anche qualche ora in più.
Cosa è successo in tutto questo tempo?
Nulla.
Ed è giusto che sia così. La fretta è cattiva consigliera.
Dico e ribadisco che questo blog è nato per mettere online i miei racconti. Inizialmente avrei voluto postare soltanto quelli ed evitare di riempire il blog di cavolate. In questo modo, pensavo, ero sicuro che chi veniva a trovare la Fenice di carta avrebbe letto i miei racconti.
Poi ho capito che non sono così veloce a scrivere. Pensate, sono alle prese con un racconto da febbraio, un racconto nerd dal titolo provvisorio: "Questa è la cronaca dell'ultima apparizione pubblica di Don Zauker prima dell'orrendo fatto ad egli accaduto". Quattro mesi per scrivere circa 12.000 battute. Non confondete: battute, non parole.
Insomma, se scrivo un racconto ogni tre mesi c'è la possibilità di non avere neanche un visitatore. Così è stato infatti. Tre visitatori, quattro, esclusi i parenti ovviamente. Allora ho deciso di dar fuoco alla fenice di carta, darle vita quindi, ed è diventato un blog che parla della cosa meno popolare al mondo dopo l'apparato digerente: i libri.
Ad aggravare il fatto c'è la questione che molti dei libri che compro sono per ragazzi, se non per bambini. Non fantasy o urban fantasy, di quel genere ammetto che leggo poco, quanto piuttosto libri per bambini, di quelli contrassegnati come "dai 7 ai 9 anni", oppure "dagli 11 in su" o addirittura "da 3 anni in su".
Se parlassi soltanto di questo probabilmente non mi seguirebbe nessuno, oppure aumenterei gli accessi. Chissà. E' chiaro però che qualcuno viene a leggere ciò che scrivo ed è per questo motivo che ogni tanto cerco di scrivere cose intelligenti tipo: il quadrato costruito sull'ipotenusa è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti (altra citazione).
Poi, ogni tanto, ho scritto anche quelle che fino ad oggi chiamavo recensioni ma che recensioni non sono.
Cosa sono? Non lo so proprio.
Ho  deciso di cambiare il tag a tutte le "recensioni" modificandolo in "lo scaffale", e ho deciso di cambiare anche la voce del menù relativa.
In fondo io non voglio recensire un bel niente e non ho voglia neanche di dire: "Non comprate questo libro", oppure "compratelo subito!". Questo blog non è IBS o BOL.IT o Libreria Universitaria e io non sono un recensore. Sono un tizio che ama leggere e ama parlare di ciò che legge. Quando ho qualcosa da dire su un libro la dico. Se non ho niente da dire, sia se il libro mi è piaciuto sia che non mi è piaciuto, taccio.
Di ogni libro prendo lo spunto che mi ha indotto ad aprire il word processor e lo sviluppo. Ovviamente lo faccio utilizzando ciò che so o che credo di sapere (ulteriore citazione, vediamo chi la capisce) e cercando di dire qualcosa che in rete non c'è. Qualcosa di originale.
Mi sono quindi rifiutato di continuare a chiamare recensione ciò che scrivo, ma molti dei blog e dei portali che parlano di libri dovrebbero fare la stessa cosa: confondono infatti la recensione con il comunicato stampa.
I comunicati stampa qui vengono chiamate "segnalazioni".

Per il resto sapete tutto. Sapete che per adesso non ho nessuna novità in campo editoriale da rivelarvi (ve la dirò se e quando) e non ho altre cose da mettere online.

3 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Beh, intanto buon anniverbloggario ;)
E poi, riguardo la tua scelta condivido, come vedi io parlo di "librivissuti", quindi a titolo personale, senza voler dire "questo è un capolavoro", ma molto più banalmente "questo mi è piaciuto tanto A ME" (ridondanza ed errore grammaticale assolutamente voluto, in questo caso).
Per ultimo, quando è pronto il racconto? Sai, Daitarn 3 era il mio cartone preferito, e il titolo mi stuzzica non poco...

Mirco ha detto...

Purtroppo questa scelta dipende anche da una certa immaturità del web. Appena scrivi una recensione ti chiedono il curriculum che giustifichi questa recensione, come se per farla ci volessero chissà quali credenziali. Questo succede soprattutto quando non si è d'accordo ovviamente. Anche i recensori più famosi sono criticabili da chiunque e questo sommato a una certa animosità sul web (infantile e molte volte ingiustificata) mi porta a cambiare il termine, ma non la sostanza di quello che scriverò dei libri che leggo.
Poi sono io stesso a non sentirmi un recensore. Sono un lettore che parla di libri, con tutti i miei limiti culturale del caso.

Il racconto è finito e stampato, oggi spero di rileggerlo e revisionarlo per l'ultima volta. Poi se vuoi te lo mando. Nonostante il titolo c'entra poco con il Daitarn III. Poi capirai ;)

Ariano Geta ha detto...

Si, volentieri. Mandamelo pure.