Sembra che stavolta il vento non soffi contro le piccole librerie indipendenti. A quanto pare è in approvazione una legge che impedirà, soprattutto alle grandi catene che possono permetterselo, sconti superiori al 20%.
Questo riguarda anche le librerie online? Non lo so, ma è probabile. Quindi noi feroci consumatori di libri, siamo pochi a dir la verità, possiamo già dire addio ai tanto ricercati "30% di sconto" e forse anche all'ormai imprescindibile, per me, 3x2 che vedete sopra rappresentato dal banner di Bol.it (che fa parte del gruppo Mondadori per la cronaca). Un 3x2 super partes però, che comprende anche titoli di piccole case editrici che a volte non riescono a contenere i costi di produzione e sono costretti a vendere i loro libri a più di venti euro.
Ammetto di avere un rapporto poco empatico con i piccoli librai, ma questo dipende dal fatto che con i piccoli librai non ci ho mai avuto a che fare. Nella mia provincia le piccole librerie, quelle poche che sono nate, hanno avuto vita breve. Adesso che i flussi economici girano in maniera diversa e la mia zona sta per essere riqualificata, nascono direttamente grandi librerie tipo Mondadori o Giunti.
Non voglio impegolarmi in discorsi che non sono in grado di approfondire, ma IMHO (In My Humble Opinion) se il mercato porta i lettori a comprare best-seller nelle grandi librerie e nei supermercati allora il problema sta nella diversificazione della proposta. In poche parole: i piccoli librai dovrebbero vendere quello che non si trova nei supermercati, ovvero i libri poco distribuiti o distribuiti per niente. Vedere un piccolo libraio che mette in bella mostra la locandina dell'ultimo libro di Stephanie Meyer è una mortificazione alla categoria e al presunto ruolo culturale che queste piccole identità dovrebbero avere. A questo punto se nessuno compra i libri delle piccole case editrici è chiaro che il problema è culturale, e questo è sì un problema difficile da risolvere, ma non impossibile. Se il libro del signor Sconosciuto della Pinco Pallino Editore è bello credo che sia un dovere delle nostre istituzioni aiutare i librai e le piccole case editrici a valorizzarlo e renderlo famoso come un qualsiasi Acciaio finalista al più importante premio letterario nazionale.
Domande che non avranno risposta:
Perché i libri costano sempre di più? Perché quegli stessi libri vengono venduti con forti sconti su alcuni siti o addirittura vengono svenduti nei mercatini dell'usato dopo poco tempo dall'uscita? Qual è il loro effettivo prezzo di mercato? Cosa pensano i consumatori-lettori della legge che regola gli sconti? Perché nessun portale che parla di libri o editoria ha mai cercato di vedere questa faccenda dal loro punto di vista?
venerdì 18 giugno 2010
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5 commenti:
Belle domande, ma credo che finiranno nel calderone delle italiche incertezze eterne (vietato approfondire e cercare di capire meglio) e resteranno senza risposta...
Conoscevo una piccola libraia... che ormai ha chiuso i battenti. Lei era una di quelle che esponeva i libri invisibili, quelli provenienti dai piccoli editori e quant'altro. Beh... a me raccontava sempre che la gente entrava nel suo negozio e gli chiedeva il best-seller di turno!
Non c'è nulla da fare. La gente compra ciò che è pubblicizzato. Son veramente pochi quelli che vanno a curiosare in cerca di qualche perla rara. Il suo destino... difatti... era segnato, visto poi che la sua attività non ha potuto godere del prestito d'onore.. al contrario del kebabbaro poco distante da lei! :/
Si potrebbero vendere libri con un kebab in allegato :-/
O la foto di un calciatore.
O di una velina.
Come ti dicevo, mi sono stufata degli sconti selvaggi: sono una truffa legalizzata. Se esce un libro GIA' SCONTATO IN PARTENZA c'è qualcosa che non va, giusto? vuol dire che mi stanno fregando! Quindi ben vengano questi paletti, anche se apparentemente vanno contro al mio portafogli.
Per il resto, viva le bancarelle dell'usato: i libri che mi interessano sono raramente quelli appena usciti. E poi vuoi mettere la gioia di trovare finalmente un libro fuori stampa da 30 anni, che cercavi da una vita? :-)
Inoltre il bancarellaro o il piccolo libraio in genere è una persona che ama il proprio lavoro e ha piacere a intrattenersi con un cliente e scambiare opinioni sui libri, cosa impossibile con i commessi delle megalibrerie.
Mi accodo! Viva le bancarelle dell'usato. E quanti libri appena usciti ho trovato con sconti fino al 50%!
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