Iniziamo da Voltaire:
«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire»
Questa frase non è mai stata detta. Deriva da una biografia della scrittrice inglese Evelyn Beatrice The friends of Voltaire. La frase è stata erroneamente virgolettata come fosse una vera citazione. In una lettera del 1939 pubblicata nel 1943, l'autrice afferma che quel virgolettato è suo, ma era troppo tardi.
«The phrase "I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it" which you have found in my book "Voltaire in His Letters" is my own expression and should not have been put in inverted commas. Please accept my apologies for having, quite unintentionally, misled you into thinking I was quoting a sentence used by Voltaire (or anyone else but myself).»
Galileo
«E pur si muove!»
La frase non è mai stata pronunciata da Galileo al tribunale dell'inquisizione, ma è stata inventa da Giuseppe Baretti in una ricostruzione romanzata per il pubblico inglese.
Niccolò Machiavelli
Il fine giustifica i mezzi
Altra frase mai detta, questa impropriamente addebitata al machiavello. Credo di averla letta in maniera un po' didascalica anche nel secondo romanzo della serie Nicholas Flamel l'immortale di Scott Micheal dove Machiavelli è uno dei protagonisti.
Nel capitolo 18, Quomodo fides a principibus sit servanda, Machiavelli illustra al Principe come mantenere il potere. Nel passo che incollo di seguito lo esorta a servirsi di tutti i mezzi per compiacere il popolo perché il popolo "vede quello che tu pari (sembri)" e ti giudica quindi per quello che tu fai, non per quello che sei. Quei pochi che sanno come sei non avranno mai il coraggio di opporsi perché se il principe mantiene bene lo stato e il suo popolo, questo lo giudicherà bene e non attuerà nessuna forma di congiura. Questione molto diversa e forse anche cinica rispetto all' exitus acta probat che ironicamente Ovidio nel suo Heroides dedico agli sforzi del patriarca Poppo di rendere abitabile la sede dell'Aquileia. Machiavelli conosceva questa frase di Ovidio avendola sentita riformulata dal Cardinale Riario il quale: "... dixe che di tucte le cose gli huomini guardavano più al fine che alli mezzi". (Machiavelli, Lettera ai dieci, 28 ottobre 1503).
Tratto dal capitolo 18 de Il principe:
Debbe, adunque, avere uno principe gran cura che
non li esca mai di bocca una cosa che non sia piena delle
soprascritte cinque qualità, e paia, a vederlo et udirlo,
tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto relligione. E
non è cosa più necessaria a parere di avere che questa
ultima qualità. E li uomini in universali iudicano più alli
occhi che alle mani; perché tocca a vedere a ognuno, a
sentire a pochi. Ognuno vede quello che tu pari, pochi
sentono quello che tu se’; e quelli pochi non ardiscano
opporsi alla opinione di molti che abbino la maestà dello
stato che li difenda: e nelle azioni di tutti li uomini, e
massime de’ principi, dove non è iudizio da reclamare,
si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e
mantenere lo stato: e’ mezzi saranno sempre iudicati
onorevoli, e da ciascuno laudati; perché el vulgo ne va
preso con quello che pare e con lo evento della cosa; e
nel mondo non è se non vulgo; e li pochi ci hanno luogo
quando li assai hanno dove appoggiarsi. Alcuno principe
de’ presenti tempi, quale non è bene nominare, non
predica mai altro che pace e fede, e dell’una e dell’altra è
inimicissimo; e l’una e l’altra, quando e’ l’avessi osservata,
li arebbe più volte tolto o la reputazione o lo stato.
4 commenti:
Interessante. In effetti su internet c'è un gran circolare di frasi spettacolari che però, spesso, non sono attribuite correttamente.
Alla fine c'è una tale confusione e sovrapposizione di voci che diventa difficile capire quale sia vera, e post come questo aiutano a capire meglio.
grazie ;)
Magari ne metterò altre.
Grazie a questo post, ieri per caso, ho fatto un figurone :D
mi devi un caffè :)
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