mercoledì 3 agosto 2011

Libri avvistati in spiaggia


Invece di dare al blog le sue meritate vacanze estive preferisco scrivere dei riempitivi. Come ogni anno, immancabile, ecco qui il post dei libri avvistati in spiaggia. Di questi tempi è più facile avvistare squali che libri, mi sembra che il numero di lettori sotto l'ombrellone sia decisamente calato. Ma questo è ovviamente soltanto una mia impressione.
In ogni modo i tre libri avvistati sono:
l'immancabile Andrea Camilleri con Il gioco degli specchi (ed. Sellerio), diciottesimo romanzo con protagonista Montalbano.

"'Na vota mi capitò di vidiri 'na pillicola di Orson Welles nella quali c'era 'na scena che si svolgiva dintra a 'na càmmara fatta tutti di specchi e uno non accapiva cchiù indove s'attrovava, pirdiva il senso dell'orientamento' Mi pari che con noi vonno fari lo stisso 'ntifico joco". In un deposito qualcuno ha messo una bomba. Sembra una storia di pizzo non pagato ma il magazzino era vuoto da tempo; e dunque? L'interesse di Montalbano & C. si concentra allora sugli abitanti della casa a fianco, un condominio abitato, tra l'altro, da alcuni pregiudicati: Carlo Nicotra, che gestisce lo spaccio di droga per conto dei potenti Sinagra, e Stefano Tallarita, attualmente in carcere, al servizio proprio di Nicotra. A duecento metri dalla casa di Marinella c'è un altro villino, quasi uguale a quello di Montalbano. Per anni è stato vuoto ma ora sono andati ad abitarci i Lombardo. Lui, Adriano, è rappresentante di computer e perciò viaggia per tutta la Sicilia; la moglie Liliana, una bella torinese di 35 anni, lavora in un negozio di Montelusa. Una mattina la signora Lombardo rimane in panne e niente di più naturale per il vicino di casa Salvo Montalbano darle un passaggio. Quello dell'auto sembra un semplice guasto, ma il meccanico nota che il motore è stato manomesso. Come sempre nei romanzi di Camilleri si incrociano due storie apparentemente distanti che però finiscono fatalmente per intersecarsi. E il legame tra le due vicende è il giovane Arturo Tallarita che fa il commesso proprio nello stesso negozio in cui lavora Liliana. La vicinanza tra le due case a Marinella, la avvenenza di Liliana, la vicenda un po' oscura dell'automobile manomessa, la presenza di una misteriosa Volvo nella trazzera: tutto concorre a fare drizzare le antenne a Montalbano che per di più è molto attratto da Liliana che sembra fare proprio di tutto per imbastire una storia con il commissario. In tutte queste vicende che vediamo scorrere apparentemente senza un delitto, senza un conflitto, c'è qualcosa che non funziona, una nota discordante. Come in un gioco di specchi qualcuno vuole confondere Montalbano: la bomba davanti al deposito, le lettere anonime che indirizzano verso piste improbabili, un proiettile nella carrozzeria della macchina dello stesso commissario. Molto prima che si abbia sentore di un delitto, tutto sembra scorrere nel più normale dei modi: la vita al commissariato, il gioco del corteggiamento, le cene sulla verandina; è proprio in questa apparente normalità che sentiamo la tensione insinuarsi con una forza mai vista nei romanzi di Montalbano. Nel diciottesimo romanzo della serie troviamo un Pasquano messo a dura prova ma più disponibile che mai, un Ragonese infido armato di tutta la sua potenza mediatica, un Catarella emozionato ma pronto a gettarsi nel fuoco per il suo commissario. Livia fa capolino ma solo al telefono, è forse per questo che Adelina la fa da padrona.


Non manca neanche la letteratura di consumo di Ken Follett, sempre molto letto. Il romanzo è Una fortuna pericolosa (ed. Mondadori).

La misteriosa morte di un giovane studente, erede di un cospicuo patrimonio, mette in moto una spirale di intrighi e vendette destinata a durare più di vent'anni e nella quale viene coinvolta una dinastia di banchieri consumata dall'ambizione e dalla cupidigia. Un romanzo ambientato nell'Inghilterra vittoriana, nel quale l'autore descrive una dura guerra economica combattuta a colpi di delitti, ricatti e torbide passioni.



Terzo ed ultimo libro di un altro italiano: Fabio Volo. Non ho ben chiaro se questo autore vada collocato nella fascia young adult o meno: è molto apprezzato dalle teenagers e forse faccio male a non "provare" a leggerlo seriamente, dopo un paio di tentativi interrotti dopo poche pagine. Se piace un motivo deve esserci, che piaccia a me poi è un altro conto.
Il libro, come potete vedere dalla copertina, è Il tempo che vorrei (ed. Mondadori).


"I'll trade all my tomorrows for a single yesterday: cambierei tutti i miei domani per un solo ieri, come canta Janis Joplin." È forse proprio questo il tempo che vorrei. Lorenzo non sa amare, o semplicemente non sa dimostrarlo. Per questo motivo si trova di fronte a due amori difficili da riconquistare, da ricostruire: con un padre che forse non c'è mai stato e con una lei che se n'è andata. Forse diventare grandi significa imparare ad amare e a perdonare, fare un lungo viaggio alla ricerca del tempo che abbiamo perso e che non abbiamo più. È il percorso che compie Lorenzo, un viaggio alla ricerca di se stesso e dei suoi sentimenti, quelli più autentici, quelli più profondi. Il nuovo libro di Fabio Volo è anche il più sentito, il più vero, e la forza di questa sincerità viene fuori in ogni pagina. Ci si ritrova spesso a ridere in momenti di travolgente ironia. Ma soprattutto ci si ritrova emozionati, magari commossi, e stupiti di quanto la vita di Lorenzo assomigli a quella di ciascuno di noi.

4 commenti:

Ariano Geta ha detto...

I famosi libri da spiaggia, da leggere distrattamente mentre si è costretti all'immobilità forzosa per permettere alla tintarella di scurire la pelle e certificare l'avvenuta vacanza al mare...
Lo sai che io non ho mai letto un libro in spiaggia? Quando vado al mare preferisco ascoltare musica o oziare. Tu leggi al mare?

Magenta ha detto...

Io invece al mare riesco a leggere libri molto più impegnativi, proprio perché si sta in relax e in pace e trovo più facile concentrarmi!
Quest'anno sto provando un libro in inglese (ma ci vado poco quindi non ce la farò)

Anonimo ha detto...

Io al mare i libri non li porterei mai. Ed infatti non li porto. Preferisco decisamente vederli lì a casa ad attendermi.
Nemmeno i fumetti. Proprio non è il posto per la carta.

Mirco ha detto...

Io ne porto sempre uno dietro, tipo coperta di Linus, poi non sempre leggo.
Se sto al mare più giorni leggo sicuramente.