mercoledì 22 febbraio 2012

Come si scrive una recensione (!?!?)

Non so come si scrive una recensione, e neanche mi interessa granché. Così come non mi interessa e mai mi interesserà entrare nelle élite dei blog che parlano di libri, in fondo non ne sono degno, ma neanche di quei tre o quattro blog che parlano di letteratura per l'infanzia. E di questi l'unico non addetto ai lavori mi sa che sono solo io.
Non so come si scrivano le recensioni, so soltanto come non si scrivono: ripetendo a pappagallo il comunicato dell'ufficio stampa. In molti e anche prestigiosi casi leggo pessime recensioni proprio per questo motivo: dieci righe di sinossi, che si possono leggere anche in quarta di copertina, e due righe del tipo: "Il libro mi è piaciuto perché scorre bene, si fa leggere". Quel "si fa leggere" poi mi fa venire l'orticaria.
Forse le recensioni si scrivono così e non lo so. Esiste un corso segreto per "recensori" di cui non sono a conoscenza e in cui non entrerò mai. La cosa certa è che fare da ufficio stampa per le case editrici non è da me e non penso che farò mai una cosa del genere.
Cerco di distinguere bene la recensione dalla segnalazione. Nel caso de Il messaggero, ad esempio, era una segnalazione. La considero tale perché il libro ce l'ho ma non l'ho ancora letto. Sembra scontato ma non è così. Il fatto che possa essere confusa con una recensione dimostra quanto sia basso il livello delle recensioni sia su carta e purtroppo anche sul web. Una vera recensioni, nel mio modo di vedere le cose, è quella che ho fatto di The Giver.
Deve partire da uno spunto, un'idea, e deve essere sviluppata fino in fondo. Il più possibile, anche se sbagliata. Le vere recensioni sono impegnative. Richiedono la rilettura non soltanto del libro, ma di tre o quattro libri dello stesso autore o dello stesso genere. Devi rileggere quei saggi che in qualche modo ritieni pertinenti e che devi citare.
Le recensioni o si fanno bene o sono spazzatura, non c'è via di mezzo. E sono impegnative, dure, rare come l'acqua su Marte.
E mi duole davvero vedere che gli stessi che si lamentano della qualità dei libri pubblicati in Italia poi si abbassano allo stesso livello recensendoli. La stroncatura, a maggior ragione, deve essere ancor più motivata e documentata. Scrivere dieci righe di sinossi e poi terminare con "questa è una porcata scritta da un analfabeta, ecc.. ecc." ti porta al suo stesso livello. Come diceva Groucho (quello di Dylan Dog senz'altro ma non so se questa battuta l'ha pronunciata anche quello vero): "Non bisogna litigare con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza".
Ecco, siamo a questi livelli.

3 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Io sto tranquillo: non scrivo recensioni, ma solo le mie opinioni su quel che leggo.
P.S.: comunque non sono neppure un' "opinionista", sia chiaro!

Anonimo ha detto...

La recensione secondo me dovrebbe essere breve e puntare sulle caratteristiche del libro, buone o cattive che siano. Spesso mi imbatto in recensioni lunghe kilometri in cui la quasi totalità del testo è occupata dal riassunto della trama.
Io da una recensione voglio essenzialmente sapere se vale o no la pena che io legga quel libro e preferisco che me lo dica un altro semplice lettore come me che non un critico annoiato e magari sul libro paga dell'editore.

Had

Mirco ha detto...

Ariano, una volta ho detto pure io che non erano recensioni, ma negavo l'evidenza. Had, hai ragione. Basterebbe una classificazione da 1 a 5 stellette o cose del genere.