lunedì 8 ottobre 2012

Il mistero del London Eye

Questa recensione doveva andare online durante le olimpiadi, ma non ce l'ho fatta. La propongo lo stesso perché Il mistero del London Eye, vincitore del premio Andersen 2012, è un buon libro di avventura e mistero, dove la "diversità" del protagonista, affetto dalla sindrome di Asperger, non è trattata in maniera pedante e invasiva, non è il fulcro della storia, ma fa parte di una normalità di fondo che una metropoli come Londra accetta e ingloba. Londra è troppo caotica e veloce per accorgersi di chi, come Ted, "ha un cervello in cui gira un sistema operativo diverso da quello degli altri". Troppo presa in se stessa per preoccuparsi dei singoli londinesi. Così la scomparsa di Salim, salito sul famoso London Eye per poi sparire nel nulla, è motivo di approfondimento della psicologia di Ted e di Salim stesso; costringe la famiglia e gli amici a rallentare, anzi, fermarsi per un attimo per capire come mai Salim è scomparso. Spinge a chiedersi cosa può dare Ted con la sua "particolarità" alla famiglia e alla società stessa. A trovare un ruolo anche per lui.
Non lo definirei quindi un libro che parla di diversità o di disabilità. E' un libro che ci fa capire come sia facile perdere di vista i propri figli nella selva metropolitana. E' un romanzo che ci chiede di rallentare e ascoltare con maggior attenzione i nostri ragazzi.

Il mistero del London Eye
di Siobhan Dowd
Ed. Uovonero

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1 commento:

Magenta ha detto...

Bel punto di vista. Aggiungo, molto semplicemente, che è un libro davvero scritto bene (cosa che mi sembra ormai innaturale...) e si divora in pochi giorni.
Purtroppo l'autrice è morta giovane e ha pubblicato solo un paio di libri :(