lunedì 8 novembre 2010

Italiani a Berlino

Del mio soggiorno berlinese ho documentato la presenza di alcuni autori italiani in libreria. La libreria è la Dussmann, un'imponente struttura postmoderna sulla Friedrichstrasse: meravigliosa a vedersi e totalmente diversa per chi, come me, è abituati agli altrettanto splendidi e vecchi edifici romani.

Il primo ad essere avvistato in quel di Berlino è stato Umberto Eco. Tra l'altro di Eco è appena uscito un nuovo romanzo per la Bompiani: Il cimitero di Praga e ne consiglio la lettura. La consiglio anche a me stesso non avendolo ancora comprato.
Il libro è La storia della bellezza:

Un altro autore di bestseller avvistato, e questo non immaginavo di trovarlo all'estero, è Giorgio Faletti: Im namen des Morders. Credo, ma non lo ricordo, che sia la traduzione di Io uccido. Avevo letto il titolo originale tra i crediti ma è passato troppo tempo.

Nel reparto ragazzi, che in realtà occupa un intero piano della Dussman, ho invece notato la massiccia presenza di Silvana De Mari. Su questo nome ero certo di trovare qualcosa data la fama internazionale dell'autrice. La De Mari è presente nella Dussmann con L'ultimo elfo, L'ultimo orco e Gli ultimi incantesimi. Di questa scrittrice vi segnalo il quarto e conclusivo libro della saga: L'ultima profezia del mondo degli uomini uscito per la Fanucci dopo la rottura (ideologica) con la Salani.


Anche P.D. Baccalario è presente con Das Volk von Tarkaan e non ci vuole molto per capire che è Il popolo di Tarkaan. Non ho visto invece Ulysses Moore, ma avrei dovuto cercare più approfonditamente.


Mi aspettavo di trovare altri autori in questo reparto:Licia Troisi e GL D'Andrea ad esempio, ma è chiaro che per spulciare tutti i libri ci avrei impiegato troppo tempo. Sarà per la prossima volta.

2 commenti:

Ariano Geta ha detto...

E' sempre interessante vedere quali autori italiani riescono a trovare spazi all'estero, ma ho il vago sospetto (ok, certezza) che tutto avviene tramite gli accordi fra editori, quindi più che l'autore e i contenuti del libro, contano la sponsorizzazione dell'editore italiano e le necessità di quello straniero.
Poi magari sbaglio, eh!

Mirco ha detto...

E' ovvio che l'editore italiano spinge i propri autori, e forse alcuni di più. Anzi, credo che alcuni vengano pubblicati in questa prospettiva. E' chiaro poi che le case editrici straniere comprano quelli che pensano possa vendere. La letteratura fantasy e noir va molto mi sembra.