Sto leggendo Méto e questo sarà sicuramente un altro libro di cui parlerò e che inserirò in un percorso di lettura dedicato alla fantascienza per ragazzi, insieme alla saga di Lois Lowry e altri che segnalerò in futuro dopo una accurata lettura o ri-lettura.
L'idea nasce, oltre al fatto di aver scoperto dei bellissimi libri come questo in oggetto, anche per rispondere alla domanda: esiste una fantascienza per ragazzi? La risposta, a mio parere, è sì. E' difficile stabilire in maniera netta il confine tra un genere e l'altro, lo stesso The Giver ha elementi fantasy molto forti (o forse dovrei dire urban fantasy?), ma parto dal mio "personale" presupposto che il genere distopico sia molto più vicino alla fantascienza che al fantasy (in cui anche un solo elemento che vìola una legge fisica potrebbe essere interpretato come segno di "realtà distopica"), anche se non lo definirei un sottogenere ma un vero e proprio macrogenere che raccoglie in sé tanta letteratura che in maniera più o meno simbolica descrive i turbamenti di una società, le sue paure inconsce e collettive. Il controllo delle informazioni è una realtà che non fa più parte della distopia ma della nostra storia contemporanea: è per questo che adesso, anche se rappresentato in maniera iperbolica e perturbante, il messaggio di Orwell è estremamente attuale.
Cito dal libro Méto una frase di Goffredo Fofi: "I giovani lettori si rifiutano di chiamare questo genere fantascienza, forse per diffidenza dei miti e dei gusti dei loro padri, ma di questo si tratta. I punti di partenza di questa nuova letteratura sono, confessati o inconfessati, scrittori universalmente riconosciuti come George Orwell (1984), Evgenij Zamjatin (Noi) e Aldous Huxley (Il mondo nuovo) ma anche i loro seguaci più recenti Philip K. Dick, Kurt Vonnegut, James J. Ballard".
E non solo questi, aggiungerei io, anche se gli ultimi nomi lasciano intendere che il postmodernismo ha usato molto la distopia.
Sinossi:
Su un'isola deserta, in una grande Casa, 64 ragazzi vivono isolati dal resto del mondo: divisi in gruppi, ciascuno con un colore diverso, devono obbedire agli ordini dei Cesari, che li sorvegliano a vista, li puniscono quando non osservano le regole e soprattutto vietano loro di fare domande. La loro paura più grande è crescere troppo, ed essere portati via dalla Casa. Ma verso quale destinazione? Méto è un Rosso, uno dei più grandi. Non ha nulla da perdere, anzi è disposto a tutto pur di conoscere la verità: dove si trovano lui e i suoi compagni? Perché non ricordano nulla della vita prima della Casa? Quale futuro li attende? È venuto il momento di ribellarsi, e niente sarà più come prima
Méto. La casa
di Yves Grevet
Sonda Edizioni
venerdì 22 luglio 2011
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