Ho letto con interesse un manifesto edito dalla Casa dei sognatori, una piccola, se non microscopica, casa editrice.
È un lungo discorso contro l'editoria a pagamento. Ogni punto è motivato e spiegato con esempi molto fulgidi per dare allo scrittore esordiente le basi motivazionali necessarie per indurlo a non firmare nessun contratto con un editore a pagamento.
La questione è, secondo me, che la validità di una casa editrice non si ferma a questo, non condivido la dicotomica divisione tra case editrici non a pagamento (serie) e case editrici a pagamento (non serie).
L'editoria è molto più complessa. Leggendo forum e blog di (soprattutto) giovani scrittori esordienti, mi sono fatto l'idea che ci sono argomenti complementari molto più importanti che potrebbero spingere a scegliere una casa editrice a pagamento piuttosto che una casa editrice che non si fa pagare. Questi argomenti riguardano la selezione, l'editing e la distribuzione.
La selezione è un elemento indispensabile per dare alla casa editrice in questione la dignità di vera casa editrice. Selezionare significa leggere ciò che si pubblica, significa scegliere una linea editoriale, significa dire a Tizio e Caio "complimenti, da oggi siete scrittori", e a Sempronio "Mi dispiace, il tuo libro non è pubblicabile, riscrivilo, miglioralo e riprova". La casa editrice che non fa selezione (o ne fa una minima per motivi amministrativi) dà l'illusione a tutti di essere scrittori; e questi "presunti" scrittori non si rendono conto che il loro lavoro (magari buono, eccellente) è allo stesso livello editoriale di un qualsiasi scritto sgrammaticato pubblicato nella stessa collana.
Volete che il vostro lavoro finisca in mezzo alla melma finendone sommersa? Non vi conviene. Conviene pazientare e aspettare un editore migliore.
Poi c'è l'editing. Spero che nessuno abbia la presunzione di pensare che ciò che scrive non abbia bisogno di editing. È da presuntuosi e basta. Leggere un libro ben editato è sempre un piacere, leggerne uno non editato è una sofferenza e una truffa. Preferisco leggere un libro di uno scrittore che ha pagato per pubblicare ma editato piuttosto che un libro non editato ma pubblicato gratuitamente.
Infine c'è la distribuzione. Nonostante dicano che internet dà la possibilità di rendere il vostro lavoro visibile a tutti, in realtà la rete è un grande deserto e il vostro libro è un granello di sabbia. Non basta quindi. Serve il marketing. Il vostro editore si deve far carico di pubblicizzare il libro, di renderlo unico nel mercato. Deve regalarlo ai critici, ai maggiori quotidiani sperando di strappare una recensione. Deve regalarlo a qualche scrittore per riceverne un giudizio, uno strillo da apporre in copertina. Deve spingerlo nei concorsi, perché vincere un concorso importante fa curriculum e potrebbe essere quello che vi farà conoscere a una grande casa editrice.
Tutto questo il 99% delle case editrici a pagamento non lo fa perché si ferma al primo gradino di questa piramide: vi chiedono i soldi, stampano e basta.
Poi c'è un 1% che si fa pagare, ma lo fa. Seleziona i libri da pubblicare. Li edita. Li spinge presso i distributori, organizza presentazioni, fa marketing. A mio parere, forse in controtendenza da ciò che comunemente si dice in rete, queste case editrici sono un gradino sopra quelle che pubblicano tutto e gratis puntando sui grandi numeri.
Voi chiederete: "Ma se ci credono veramente perché chiedono soldi?". Forse perché non vogliono assumersi il rischio d'impresa.
Il manifesto citato all'inizio di questo post è al seguente link:
http://www.casadeisognatori.com/2manifesto.htm
martedì 14 aprile 2009
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