domenica 27 settembre 2009

Idee per un futuro non migliore di questo


Sunto periodico sulle cose che non ho fatto e non ho scritto. Che potevano essere e non sono state. Che prima c'erano e poi voilà! sono sparite come conigli nel cilindro di un prestigiatore vecchio stile.
Parole sparse su fogli riciclati, file DOC, frammenti di un hard disk da deframmentare.
Idee da deframmentare e ricucire. Cuciture da ideare e frammentare. Frammenti di idee da cucire. Eccetera. Tutto diviso per generi.



Romanzi
La fenice come ho già detto è in fase di riscrittura. Sta andando tutto troppo bene. Mi sorprendo di come stia scrivendo velocemente senza tornare su quello che ho già fatto. Credo che questo dipenda dal fatto che quei personaggi ormai li conoscono come le mie tasche. Vuote.
Sono al dodicesimo capitolo di venti.
Numero di battute: 119.000
Numero di battute della prima versione: 244.000
Risparmio energetico: circa il 52%
Un po' troppo?

Altri romanzi? Mumble mumble... ho delle idee che credo siano interessanti...

Adelaide. Il problema è che non so come scriverlo. L'incipit è l'unica cosa buona che mi rimane dopo vari mesi di tentativi. Parla di una ragazzina che muore dopo poche righe. Avrebbe dovuto essere la versione dark di Alice, ma a quanto pare già ci stanno pensando altri a farla.
Tra l'altro mi preme dire che la bravura di Francesco Dimitri è inappellabile. Spero di avere abbastanza tempo per scrivere una bella recensione di Pan.

Poi c'è un breve romanzo pop in cui riverserò un certo tipo di umorismo. Lo definisco un fantasy-pop. Di questo ho scritto varie pagine di prova cercando di personalizzare molto lo stile e il linguaggio. Ne è venuto fuori un capitolo con periodi lunghi dieci righe e parole che nemmeno io sapevo di conoscere. Non so se sia leggibile, lo lascio in stand by per definire meglio la trama, poi ritornerò sullo stile e cercherò di terminarlo.


Racconti.
I miei preferiti. Non ho idee. Il problema principale che sta nello scrivere racconti è che per ognuno di essi bisogna avere una solida idea di fondo, e io adesso non ne ho. Spero di superare questo blocco perché ci sono dei concorsi a cui vale la pena partecipare. Esiste il riciclo, direte voi. E avete ragione.
Inoltre sto provando a scrivere dei racconti "nerd" di cui vi parlerò più in là.
Se riuscissi a scrivere una serie di racconti ben organizzati potrei proporli a qualche casa editrice e farmeli (giustamente) rifiutare.


Saggi e libri divulgativi.
Eh! Saggi? Ma chi, tu? Mi era stato proposto di scrivere  un libro a quattro mani. Poi la cosa si è arenata ed è un peccato. La casa editrice era di tutto rispetto. Io, forse, non abbastanza. Spero di convincerli a prendermi tra i loro collaboratori.

5 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Secondo me siamo due cloni separati alla nascita... anch'io spazio dal comico-nerd al fantastico al rifacimento di classici... Però nessuna casa editrice mi ha mai proposto di collaborare a quattro mani, a me basterebbe anche un mignolo, invece niente...

Mirco ha detto...

di nerd che hai scritto? :D

Ariano Geta ha detto...

Il mio primo racconto, scritto nei lontani inizi degli anni '90, ha per protagonista uno studente universitario in evidente stato di esaurimento nervoso e confusione mentale, che racconta in prima persona come si é svolta una sua giornata, con un'inquietante dose di comicità involontaria.
Più o meno in quegli anni ho scritto anche una sorta di romanzo ampiamente surreale ispirato ai manga giapponesi, in cui uno dei protagonisti é il classico secchione che viene picchiato persino dalle ragazze teppiste che sognano di emulare le lottatrici di wrestling...
Il racconto non lo pubblicherei mai per evitare domande imbarazzanti da parte di amici e parenti... il romanzo non lo invierei neppure ad un editore perché ora mi vergogno persino di averlo scritto, e sto meditando di bruciare il manoscritto...

Mirco ha detto...

romanzi del genere vanno di moda. Perché invece non lo riscrivi o lo pubblichi almeno in ebook?

Ariano Geta ha detto...

Ci devo pensare bene... Intanto dovrei comunque ritrascriverlo da manoscritto a computer, e mi ci vorrebbero settimane. E poi andrebbe completamente rivisto, é stato scritto a ruota libera, totalmente demenziale e senza alcun freno inibitorio. Ti giuro che se venisse letto così come é adesso da qualche parente stretto mi vergognerei come un ladro...
Il racconto dello studente universitario invece susciterebbe "solo" qualche domanda imbarazzante ma non insuperabile. Se almeno gli editori accettassero raccolte di racconti (genere ormai in disgrazia, non li vuole nessuno) magari potrei provarci...