giovedì 31 marzo 2011

Nuovi autori e fantascienza per ragazzi

I giornali parlano della Fiera del libro di Bologna e Il Sole 24 ore lo fa tramite Beatrice Masini, tra le autrici più conosciute e brave del nostro paese. Dopo una rapida carrellata sulle novità, la Masini scrive:

"Tornando in Fiera, balza all'occhio la rarità di esordienti o giovani scrittori italiani. Sulle nuove copertine brillano nomi noti, se non notissimi; e quasi tutti sopra i quaranta. Dove sono finiti gli altri? Che cosa stanno facendo? Sono gli editori a ignorarli, a non avere la pazienza di crescerli, o forse sono loro che preferiscono scrivere libri per ragazzi da pubblicare come libri da grandi? "

E' una questione che non ho mai voluto affrontare direttamente per non correre il rischio di passare per quello "invidioso" o chissà cosa, ma la realtà mi pare che sia proprio questa descritta da Beatrice Masini. Ci sono pochi esordienti e molti nomi noti che scrivono anche più di un libro l'anno (tra racconti brevi, poesie e romanzi) e questi saturano le collane lasciando poco spazio. Dal punto di vista della casa editrice il motivo è ovvio: meglio pubblicare un nome già noto che ha una sua schiera di lettori (soprattutto tra gli educatori) piuttosto che un esordiente senza mercato, tutto da costruire. L'investimento in questo secondo caso è grande, quindi è grande anche il rischio d'impresa. Per la stessa questione, motivati anche dal fatto che i libri per l'infanzia (indico in questa sbrigativa maniera i libri con target 0-19 anni) vendono parecchio a differenza della letteratura "per adulti", molti scrittori si danno alla letteratura per ragazzi. Lo hanno fatto in parecchi e con risultati non sempre entusiasmanti, in molti casi senza lasciare neanche un'impronta sulla sabbia.
Ci si lamenta spesso che la letteratura per l'infanzia non viene considerata dalla critica, ma ci si dovrebbe lamentare anche di come viene poco considerata anche dagli scrittori stessi che pensano di poter scrivere per ragazzi senza avere abbastanza motivazione (e le ragioni per cui vengono pubblicati sono quelle di prima). Difficilmente, a mio parere, raggiungono la sensibilità artistica, quel modo di vedere dal punto di vista del bambino o del ragazzo come invece hanno avuto Gianni Rodari a suo tempo, o Roberto Piumini ora, per dirne due. In poche parole: quando non sai che scrivere, scrivi per ragazzi.
Questo lascia ancor meno spazio agli esordienti, soprattutto agli scrittori, i mestieranti della parola, mentre per gli illustratori sembra esserci un mercato più aperto e molta voglia di ricerca del nuovo. Non ho una visione completa del mercato perché per averla dovrei essere un addetto ai lavori, ma mi sembra quasi evidente, frequentando librerie e biblioteche, che gli illustratori oggi hanno più spazio.
Tutto ciò è dovuto anche alle notevoli vendite dei libri per la prima infanzia (0-6 anni), mercato su cui puntano parecchie case editrici. Sono quei libri illustrati, con poche parole e tante immagini, che si prefiggono di inizializzare il bambino alla lettura, ovviamente mediata da un lettore adulto. Al bambino viene offerta un'esperienza sensoriale completa: dall'ascolto del racconto all'osservazione delle illustrazioni, dalla esperienza tattile a quella olfattiva (c'è anche questo). C'è quindi molto lavoro di redazione piuttosto che di scrittura.

Beatrice Masini continua:

"...E con questo interrogativo entriamo nella perigliosa terra di mezzo dei romanzi per l'adolescenza lunga che va dai tredici ai vent'anni, dove lapidi, vampiri e angeli spiumati si contendono ancora il campo, ma le proposte degli editori stranieri, americani in testa, si concentrano su un genere ancora poco esplorato: la fantascienza andata a male, la distopia."

Qui la Masini gira ancora il dito nella piaga. La fantascienza è purtroppo un genere molto snobbato in Italia sia per quanto riguarda il mercato "adulto" (emblematico il fatto che la Mondadori per motivi editoriali preferisca tagliare i romanzi della collana Urania piuttosto che pubblicarli integralmente), sia quello per ragazzi. Eppure ha una sua dignità, un glorioso passato e un ventaglio di possibilità narrative a mio parere più ampio rispetto a quello offerto dal fantasy, sia esso tolkeniano, urban fantasy (che potrebbe essere considerato una via di mezzo in alcuni casi) o altro. Eppure sulla fantascienza in pochi osano puntare mentre il fantasy in Italia ha prodotto decine di romanzi e saghe, ha aperto nuove collane e dato alle stampe nuovi  giovanissimi autori.
Tra chi ha deciso di scommettere c'è la Gallucci Editore che ha da poco pubblicato in una collana per ragazzi un classico tra i classici, un racconto che ogni appassionato di sci-fi deve leggere. Si tratta di I nove miliardi di nomi di Dio. Il libro ha, oltre a questo di Arthur C. Clarke, anche un racconto di Richard Matheson, altro genio della letteratura di genere, e un racconto di Margaret St. Clair. I disegni sono di José Muñoz.
http://www.galluccieditore.com/index.php?c=scheda_bibliografica&id=286

Beatrice Masini, nell'articolo per Il Sole 24 ore, cita un raro caso di romanzo per ragazzi distopico: Méto: la casa di Yves Grevet (256 pp. 12,50 euro, Sonda Edizioni) e tralascia, per evitare di essere troppo autoreferenziale, il suo Bambini nel bosco di cui parlai tempo fa. Questi romanzi sono due fulgidi esempi di come si può raccontare la realtà trasfigurandola in qualcosa di poco appetibile, perturbante, con meno appeal rispetto alle seducenti ambientazioni fantasy di molta narrativa di oggi.
Gli stessi scrittori di fantascienza preferiscono il fantasy quando entrano nel mondo della letteratura per ragazzi. Come ad esempio a Serge Brussolo che ha esordito nel mondo della letteratura per ragazzi con la collana dedicata a Peggy Sue (edita in Italia da Fanucci), che attualmente conta una decina di volumi, alcuni dei quali anche divertenti. Consiglio di leggere almeno Il giorno del cane blu. La De Agostini invece ha pubblicato Cyboria. Il risveglio di Galeno, una fantascienza che rientra nei canoni dell'avventura tipica dei romanzi di Pierdomenico Baccalario.

L'articolo di Beatrice Masini:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-03-27/bologna-porta-lettori-tasca-082050.shtml?uuid=AapfCwJD

2 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Come ti ho già confidato più volte non sono un gran esperto di letteratura per ragazzi, però a naso ho notato una certa sufficienza nell'accostarsi a questo settore. Per dire, tempo fa ho visto dei libri per ragazzi firmati dal mago Casanova... con tutto il rispetto per lui (ammesso che li abbia davvero scritti lui e non soltanto firmati per motivi di marketing), credo che occorra avere una certa preparazione alle spalle. Per fare un esempio simile, tempo fa ho trovato un libro con storie a fumetti sugli etruschi create da varie autori. Era un libro costruito a tavolino, con scrittori che si improvvisavano sceneggiatori di fumetti, e infatti era uno schifo pazzesco.
Riguardo l'assenza di "nomi nuovi", beh, la trovo emblematica. Letteratura per ragazzi, e mancano i giovani autori. Proprio vero che questo paese sta invecchiando sempre di più e i giovani sono una minoranza e rischiano la discriminazione...

Mirco ha detto...

Già. Quello di Casanova lo conosco, cioè l'ho visto in libreria molte volte ma non ho avuto mai il coraggio di comprarlo. Forse lo leggerò in biblioteca. Non sono prevenuto, nel senso che magari Casanova è bravo a scrivere, però voglio anche la certezza che abbia fatto qualcosa di carino, che abbia messo la sua esperienza in quelle pagine. Questo, in ogni modo, rende quasi impossibile per un esordiente farsi strada. Diminuiscono le occasioni e questo è indiscutibile.