mercoledì 2 settembre 2009

Il minimalismo all'italiana di Luca Ricci

Luca Ricci è un autore pressoché sconosciuto. Ha pubblicato, a dispetto di quanto si dice sulla questione, una raccolta di racconti presso una grande casa editrice: l'Einaudi. Questa raccolta ha come titolo L'amore e altre forme d'odio.

Innanzitutto è bene dire che pubblicare racconti è praticamente impossibile per uno sconosciuto. Non lo fanno le piccole case editrici (qualcuna si fa pagare, le altre no ma neanche pensano a pagare te), tanto meno le grandi che si limitano a poche pubblicazioni di autori già affermati e quindi con un certo peso sul mercato. Il racconto quindi, più che un punto di partenza per l'esordiente, è diventato un punto di arrivo: tocca scrivere romanzi e assecondare il mercato per poi sperare di vedere pubblicata qualche buona raccolta nel cassetto.



Luca Ricci è un'eccezione piacevole. L'amore e altre forme d'odio, a conferma che è anche un buon libro, ha vinto il premio Piero Chiara nel 2007.

Sono ventuno racconti brevi, brevissimi anzi, scritti con uno stile volutamente minimalista. Quello di Ricci è un minimalismo ben riuscito, carveriano quanto basta. Sintetico ed efficace nella costruzione delle frasi e parsimonioso nell'uso delle parole.

I personaggi di Luca Ricci non hanno un nome e vivono nel contesto familiare e borghese delle villette a schiera e della vita tranquilla, dove la luce di una piccola scintilla di imprevisto lascia intendere il divampare di una fiamma incontrollabile. Luca Ricci descrive il momento in cui questo equilibrio si rompe. La fuga di una tigre dallo zoo, una veranda che non c'è, un murales che sembra ricalcare una precaria vita coniugale, sono gli spunti di una riflessione sulla propria condizione di cui l'io narrante sente l'urgenza per affrancarsi da una condizione di mediocrità in cui sta soffocando e in cui riesce a vivere soltanto grazie all'inazione fisica e intellettuale. E come i dublinesi di Joyce, i protagonisti di questi racconti aspettano l'epifania con rassegnato distacco, ignorando volutamente le questioni importanti e concentrandosi invece sui particolari inutili che circondano un'esistenza media, se non mediocre.

Come Carver che aveva ereditato da Hemingway l'esasperata ricerca della semplicità stilistica e della narrazione senza fronzoli, Luca Ricci scarnifica fino all'osso il dialogo:

...
- Ti rendi conto?
- Ma è normale che il muro si crepi, è una vernice da quattro soldi, e poi con tutta questa umidità...
- Non lo sopporto, questo murales.
- È solo una coincidenza, se ci pensi è buffo.
- Buffo? Non ci trovo niente di buffo. Voglio che tu prenda una spatola e gratti via tutta la vernice.
- Dovrei distruggerlo?
- Sì.
- Ma alla fine avevi detto che ti piaceva.
- Non l'ho mai detto.
- Non ti piace?
- No, non mi piace. Lo detesto.
...
(Tratto da “Murales”)

La piacevolezza di questa lettura mi ha indotto a comprare il libro dopo averlo preso in prestito dalla biblioteca. Da “fan” del racconto, anzi ormai sto diventando un feticista della narrazione breve, sono rimasto sorpreso dalla capacità di Ricci di scrivere ed essere comunicativo con poche e mai inutili parole. Una capacità che stupisce dato che non sempre l'esordiente (1) è in grado di controllare fino in fondo il significato dei singoli termini e avere, allo stesso tempo, piena coscienza del significato globale a cui il racconto ambisce.
Al di là dell'aspetto epigonico che potrebbe comunque far storcere il naso, consiglio di comprare il libro di Luca Ricci e sostenere in questo modo la pubblicazione di racconti che vale la pena leggere (dal nostro punto di vista) e vale la pena pubblicare (dal punto di vista dell'editore).

(1). Lo definisco esordiente anche se ha pubblicato altri due libri presso piccole case editrici.

L'amore e altre forme d'odio su IBS

7 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Interessante il libro e pienamente condivisibile il post! Avevo scritto anch'io qualcosa del genere sul fatto che ormai bisogna per forza scrivere un romanzo da 500 pagine, sembra che i racconti siano spariti. Ben venga un cambio di tendenza!

Mirco ha detto...

cercalo in biblioteca, magari ti piace. Ah senti, non riesco a scrivere nel tuo blog, sono tre giorni che ci provo

Ariano Geta ha detto...

E' strano, in effetti era successo anche a Glauco... eppure i commenti sono abilitati per tutti gli utenti... non so che dire, provo a rivedere se c'é qualcosa di sbagliato nelle impostazioni.

Anonimo ha detto...

Il silenzio su Ricci è imbarazzante. E questo la dice lunga sulla marginalità del genere racconto in Italia. Solo e sempre i romanzieri hanno attenzione, anche quando non la meritano!

Marco

Mirco ha detto...

Purtroppo è così, Marco. Per questo ho deciso di parlarne.

Anonimo ha detto...

qui l'interessante metodo compositivo di cui parla lo stesso ricci sul suo sito.

http://persecutorio.iobloggo.com/106/qualcosa-riguardo-al-respiro

Mirco ha detto...

Ha un blog, bene! Lo leggo immediatamente