domenica 27 febbraio 2011

Una domenica

Oggi non volevo aggiornare il blog. E' domenica e i blogger di domenica dovrebbero riposare, dovrebbero aggiornarlo soltanto durante le ore di lavoro, dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 17:00, come ho detto già una volta, per darsi l'impressione di essere pagati per scrivere.
Non c'è nulla di meglio di rubare tempo al proprio datore di lavoro, sempre meglio delle matitine gratuite dell'Ikea, che dopo due o tre volte che ti riempi le tasche non sai più dove metterle. E anche meglio delle fotocopie in ufficio di straforo, o della stampa dell'ultimo libro di Umberto Eco scaricato in rete. Ma come, dite voi, non c'erano i DRM? Non c'era quel medievale tentativo di proteggere i diritti d'autore? I diritti d'autore... mi sembra una definizione così vecchia, sorpassata e così fuori da certi modelli economici che hanno dimostrato più di una volta che si può guadagnare lo stesso.
Cosa spinge la gente a scrivere? Chi ve lo fa fare? Esistono vie più brevi alla notorietà: esiste il pluriomicidio aggravato, esiste la rapina a mano armata, esiste Amici di Maria De Filippi... no, forse per questo ci vuole talento.
Ci sono tanti modi per diventare famoso e quello della scrittura è il più infido e difficile. Chi ve lo fa fare?
Ditemelo voi. E non pensate che scrivere per un blog sia molto diverso perché se siete un po' come me controllate i vostri accessi unici, quante persone vi leggono, quante persone si sono iscritte al vostro canale. Controllate quali altri blog famosi sono degni di una vostra partecipazione, perché sotto un certo numero di accessi quella gente non esiste proprio (soprattutto se siete sconosciuto, altrimenti...). E' tutto un dare-avere anche nella blogosfera. Io do una recensione a te, tu dai un link a me. Non è molto diverso da quello che succede nelle alte sfere dove favori sessuali vengono convertiti in denaro.

Quindi anche nei blog devi entrare in un giro, far parte di un giro di amici che si coprono le spalle a vicenda. Parli male di uno e quattro di essi ti danno addosso. E' successo pure a me. Me ne guardo bene a dire chi e quando, perché proprio non mi interessa né la logica del branco (e mi ritengo un cane sciolto), né la logica alla Wolf di Pulp fiction (per chi capisce la citazione).
Statemi bene un po' tutti. Vado a rileggere qualcosa che sono sicuro che interesserà a pochi: un libro che ha per target bambini di sei/sette anni. E se mi arrabbio poi ne parlo anche qui, per fare contenti quei disperati che ogni giorno vengono a cercarmi nel blog.
Non so chi siete, ma vi ringrazio. E ringrazio chi, senza neanche dirmelo, mi cita nel suo spazio e mette un link al mio blog. Ditemi chi siete, vorrei sapere per chi sto scrivendo.


(1). Si tratta di Storie del piccolo Franz di Christine Nostlinger (Piemme Junior, Il Battello a vapore). La bellezza sta nella semplicità. Per questo leggo molti libri per bambini.

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