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Un articolo del Corriere della Sera mette in evidenza come, anche nel mercato degli Stati Uniti, abbia raggiunto dei fatturati stratosferici e sia in continua crescita.
Laura Cuppini riporta l'esempio di Lisa Genova che spendendo 450 dollari ha pubblicato il suo libro, "Still Alice", presso una print on demand dopo essere stata rifiutata da molte case editrici non a pagamento. Adesso questo libro è stato scoperto da uno scrittore e ha un contratto importante.
Fortunatamente l'articolo non elogia questo tipo di mercato e termina dicendo che molte di queste pubblicazioni vendono una sola copia. Lisa Genova è una mosca bianca, questo mi pare fuori da ogni dubbio.
Il print on demand nasce da una chiara esigenza di mercato: soddisfare chi non potendo pubblicare il proprio manoscritto, decide di pagare per farlo. In realtà, però, è questo manoscritto a non avere mercato, perché quasi nessuno di noi possiede strumenti di marketing così potenti da risultare sufficienti per vendere qualche copia in più che non siano quelle per parenti e amici.
Se proprio dovete farlo, rivolgetevi a Lulu.com. Poi quelle copie rivendetele o regalatele; oppure lasciate il vostro manoscritto lì e chi vuole lo ordina a proprie spese. In questo modo non andrete mai in perdita, ma neanche diventerete ricchi. Se avete l'ISBN sarebbe un'ottima cosa regalare una copia del libro alla vostra biblioteca comunale.
Articolo Corriere della Sera