lunedì 4 aprile 2011

Sempre sconti, sempre libri

Segnalo un bell'articolo del blog Centostorie riguardo la legge sugli sconti sui libri. Centostorie è una libreria per bambini indipendente di un quartiere periferico di Roma: Centocelle. Ci vuole coraggio per aprire un'attività commerciale di questi tempi, soprattutto una libreria indipendente, schiacciata da una filiera libraria autoreferenziale che ha gangli politici ed economici a cui ormai siamo abituati, o rassegnati.
Trovo quest'articolo molto deprimente. Vedere in faccia la realtà delle piccole librerie schiacciata dal peso dei grandi gruppi editoriali è veramente triste. La legge sui prezzi dei libri potrà aiutarli? Secondo me lo farà in parte. Si assicurerà certamente una concorrenza migliore in un paese che si definisce liberale, ma che in realtà è oligarchico. Inoltre renderà più difficile per le case editrici aumentare indiscriminatamente i prezzi per poi vendere quegli stessi libri con sconti del 30%.

http://www.centostorie.it/public/wordpress/?p=2466

L'articolo de Il post citato è questo:
http://www.ilpost.it/2011/03/04/legge-levi-sconti-libri/

Differenziare i servizi.
Vengo da un'esperienza poco gratificante di web designer. In pratica, mi sono proposto per anni di creare siti web per piccole e medie imprese. E' un lavoro apparentemente facile, ma che in realtà non lo è. Servono conoscenze di ogni tipo: dalla programmazione (e io sono programmatore), al marketing, al web-content. Tante conoscenze che necessiterebbero una figura professionale completa e competente. Io, lo ammetto, sono soltanto un buon programmatore. Per il marketing e il web-content sono autodidatta. Ho letto libri, mi sono informato, ma per quanto possa aver studiato non sono assolutamente paragonabile a un laureato in marketing alla  Bocconi. Per fare un buon sito quindi sono necessarie queste tre figure, ognuna delle quali dovrà lavorare per un mese a tempo pieno. Se lo stipendio pro-capite può essere quantificato in 1.200 euro netti (2.400 lordi circa), allora il sito costerà al cliente la bellezza di 7.200 euro. Nessuna piccola o media impresa è disposta a pagare tanto per due motivi:
- Non ha così tanti soldi da investire
- La maggior parte delle volte non è in grado di riconosce il lavoro di un professionista da quello di un web designer improvvisato.
A questo punto il lavoro verrà affidato a chi, invece di 7.200 euro, ne chiederà 500, magari in nero.
Bisogna quindi differenziare i servizi e offrire al cliente qualcosa che non tutti possono realizzare, e sicuramente non a quel prezzo.

Le piccole librerie devono offrire cose che le grandi catene in franchising non possono offrire. Innanzitutto, in nome della bibliodiversità, devono esporre libri di piccole case editrici. Devono promuovere attività collaterali alla vendita dei libri: mostre, feste, convegni: essere attivi, uscire dalla libreria e venire incontro al lettore potenziale. Questo mestiere sta cambiando, e non è detto che sia un male.

4 commenti:

Ariano Geta ha detto...

L'esempio che hai fatto (e che ovviamente conosci bene sulla tua pelle) è ottimo.
Però le librerie indipendenti devono essere aiutate dalle piccole case editrici. Spesso i loro prodotti non sono curati, nè sul piano dell'editing nè su una reale selezione dei contenuti.
Comunque la bibliodiversità è effettivamente importante, ma credo che troverà maggior terreno fertile nle mondo del digitale (sorry per le piccole librerie indipendenti, che probabilmente somiglieranno sempre più a cartolibrerie e si specializzeranno sui testi scolastici).

Mirco ha detto...

Le librerie indipendenti potrebbero fare da filtro per promuovere bei libri di piccole case editrici, invece che quelli senza editing o addirittura pubblicati a pagamento. Per gli Ebook sono ancora piuttosto pessimista: una rivoluzione mondiale ma che va a vantaggio di pochi (gli editori).

Magenta ha detto...

che palle ste grosse librerie in franchising! Lo ammetto, a volte mi servo alla mondadori della mia città, ma ci vado malvolentieri. Si trovano sempre gli stessi generi e editori (quelli che 'tirano').
Io invece prediligo dei generi che non trovo in queste catene. Inoltre, a una certa età si affinano i gusti e si iniziano a cercare testi più particolari, magari anche fuori catalogo che trovo solo nell'usato.
Infine: in genere i commessi di queste catene non sono preparati, non puoi trovare il libraio che ti consiglia, ti indirizza, NON su quello che 'tira' e basta (la mia mondadori fa eccezione perché ci lavora una ragazza amante della lettura e un'altra che ha anni di esperienza di lavoro in libreria).

Invece l'altra libreria della mia città, quella 'piccola', si è attrezzata facendo spesso presentazioni di libri, ma ugualmente non mi pare di vederla mai piena (alla mondadori la settimana scorsa c'era una decina di persone in attesa che aprisse).
Forse le letture per bambini potrebbero funzionare

Mirco ha detto...

Il libraio deve essere soprattutto un selezionatore, a mio parere. Mi spiace quando vede sulle vetrine delle piccole librerie poster di Twilight o cose simili. Magari lo fanno per vendere, attirare gente, ma sbagliano prospettiva.
(tutto secondo me)