martedì 14 giugno 2011

Pubblicare per bambini

Sono quasi convinto che un buon blog offra molta più potenziale visibilità di una piccola casa editrice. La definisco potenziale perché, in realtà, credo che sia molto difficile capire quante persone dopo aver letto il blog poi scaricano un ebook gratuito. Ed è ancora più complesso capire se una volta scaricato questo ebook viene effettivamente letto.
Quando terminai la stesura e la revisione del racconto per bambini che misi online qualche tempo fa mi sono chiesto: devo provare a pubblicarlo? Poi mi sono risposto che no, forse non è il caso. Il mercato della letteratura per bambini è complicato anche se è tra quelli che non risente della crisi. Il problema è che in questo periodo le case editrici privilegiano i disegnatori, quindi un buon disegnatore ha molte più probabilità di entrare in una casa editrice piuttosto che uno scrittore. Quello tra illustratori e scrittori è un tira e molla continuo.
I libri illustrati hanno la particolarità di mescolare testo e disegno completandosi. I disegni non sono soltanto illustrazioni fini a se stesse, non sono didascaliche, ma fanno parte della storia, aiutano il bambino a completare l'esperienza di lettura (che essendo in età prescolare avviene tramite un adulto), formano una sensibilità all'arte visuale tra le altre cose, quindi è importante che tra testo e disegni ci sia una forte comunione di intenti. Infatti in molti casi il disegnatore e lo scrittore sono la stessa persona.
In età scolare questo cambia e la parola prende il sopravvento, anche se l'illustrazione non è meno importante. In questo caso non sempre è necessaria una particolare intesa tra disegnatore e scrittore. Se non ricordo male in Storia delle mie storie, Bianca Pitzorno ha affermato che non sempre è stata d'accordo sulla resa grafica dei suoi personaggi. Non so se si riferisse a Quentin Blake...
Questa fascia d'età credo che sia un mercato dove è difficile inserirsi perché meno ricco del precedente e meno disposto a mettersi in gioco. E a volte, soprattutto nel settore young adult, troppo vincolato alle mode. Sembra quasi che queste mode, cavalcate come una firebolt di ultima generazione, servano a rimpinguare le casse dove in altri settori queste languono. E immagino che produrre un libro per un bambino in età prescolare costi molto di più, soprattutto perché è importante la stampa delle illustrazioni, la loro resa su carta o su qualsiasi altro supporto l'editore abbia deciso di pubblicare il racconto. Per non parlare poi del corredo multisensoriale che molti di questi libri hanno proprio per avvicinare il bambino al libro come se fosse un gioco e dargli allo stesso tempo un'esperienza di lettura, un'esperienza sociale e pedagogica.

Alcuni piccoli editori hanno espressamente detto che oltre al testo sono necessarie anche le illustrazioni. E qui proprio non so che fare. Non amo le improvvisazioni, non andrei mai su un palco a suonare alla batteria un pezzo dei Genesis se non so neanche prendere in mano le bacchette. Non intendo improvvisarmi disegnatore anche perché sono sicuro non solo di non avere nessun tipo di talento, ma neanche una minima predisposizione. Molti disegnatori bravi si tengono stretta la propria bravura e vogliono essere pagati per illustrare a prescindere dalla pubblicazione.
Il fatto è che è facile valutare la bravura di un illustratore vedendo qualche tavola, disegno o schizzo. E' impossibile allo stesso tempo valutare la bravura di uno scrittore, forse perché di questi improvvisatori dell'arte dello scrivere ce ne sono troppi, e le scelte editoriali (in generale, non riguardo l'infanzia) non educano al riconoscimento di uno scrittore bravo da un dilettante.
Eppure leggendo Roald Dahl mi chiedo come sia possibile scrivere così bene, in maniera semplice, pulita, ironica. Quando leggo e rileggo Matilde, Le streghe o il GGG mi chiedo se un giorno arriverò anch'io a scrivere allo stesso modo. E mi chiedo infine quanti sono quelli che pensano di saper scrivere bene, se non meglio, del gigante inglese.

2 commenti:

Ariano Geta ha detto...

L'illustrazione è un piccolo tesoro dei libri per l'infanzia (e non solo). Però posso dirti che in libreria ho visto (e sicuramente avrai visto anche tu) libri illustrati senza particolare talento, disegni stile bambino-di-tre-anni, o anche illustrazioni fotografiche fatte con pupazzi costruiti con palline da ping pong e fondali di cartone bristol colorato... Insomma, se non sai disegnare lascia stare (io sono il primo, ahimè, a dolermi di non avere talento grafico) però puoi tentare questa strada alternativa: il bricolage, il collage, il montaggio di palline da ping pong (vedi: http://www.mammaebambini.it/wp-content/uploads/2009/12/pupazzo-neve-1.jpg )
Magari può diventare anche un hobby ;-)

Mirco ha detto...

Sono convinto che in questi casi la cura editoriale vale quanto la scrittura e l'illustrazione. E' altrettanto creativa e importante.