mercoledì 22 luglio 2009

Leggere in spiaggia? E perché mai?

Riprendo un discorso che ho affrontato giorni fa e che mi incuriosisce parecchio: la lettura in spiaggia.
Quest'anno le mie vacanze sono durate poco, soltanto cinque giorni, tutti passati stravaccato sulla sdraia a leggere.
Non posso farne a meno. Non sono tra i lettori occasionali, di quelli che comprano i libri in edizione economica nell'edicola e poi se li portano in spiaggia, sono di quelli che non partirebbero mai se non avessero la possibilità di leggere ogni tanto (basta un'ora al giorno in fin dei conti).
Mi sono portato dietro quattro libri e altri due li ho comprati nella libreria cittadina più grande.
Di solito i souvenir delle mie vacanze sono libri. Potrei spulciare nelle mie librerie e dire dove ho comprato ognuno di essi.

Quello che mi chiedevo è questo: che senso ha andare in spiaggia a leggere? Nessuna. Sarebbe meglio che in spiaggia facessimo cose che non potremmo fare in altri posti: giocare a racchettoni, fare castelli di sabbia, rompere i castelli di sabbia degli altri, e soprattutto guardare le bagnanti straniere.
Mi pongo questa domanda forse perché sono privilegiato dato che lavoro precariamente e ho tempo da perdere, dato che abito in campagna e posso stendermi al sole come un paio di mutande da asciugare e posso quindi soddisfare sia la necessità di alimentare la mia cultura, sia la necessità di abbronzarmi un po' e non avere l'aria di uno sfigato intellettuale di provincia, scribacchino e precario. Soprattutto precario. Anzi, aspetto libri commestibili al carotene che aiutino l'abbronzatura e che possano essere inseriti nel curriculum.
Gli altri perché leggono sotto l'ombrellone? Non potrebbero farlo a casa, in poltrona, con la tv spenta e risparmiarsi le centinaia di euro spesi in albergo? Non ne ho idea. La loro non è una vacanza dalla vita abitudinaria, è una vacanza da se stessi. Quel libro portato in spiaggia è la panacea della loro insoddisfazione culturale, è l'affrancamento dalla routine intellettuale a cui i media ci sottopongono. Quello che non capiscono
però è che i libri che leggono sono gli stessi media a deciderli.

Una lista di libri che ho visto leggere sotto l'ombrellone:

- Io sono Dio - di Faletti. Spero che non sia un'autobiografia. Di Faletti ho letto soltanto qualche racconto della raccolta Pochi inutili nascondigli e non sono riuscito a leggere altro. Il problema non è il suo modo di scrivere, probabilmente, è colpa mia che sono cresciuto vedendo Drive In e quindi lo leggo con la stessa voce che usava lui in quella trasmissione (quella del personaggio col giumbotto firmato dico, non Suordaliso).

- La cattedrale del mare - Non ho mai letto questo autore, Falcones Ildefonso, perché mi sembrava piuttosto il personaggio di una telenovela brasiliana.

- Scusa ma ti chiamo amore - Parlare male di Moccia è stupido e riduttivo. E' come se io, trentacinquenne, parlassi male dei teletubbies perché non li capisco. Io i teletubbies non li capisco, ma non sono neanche tenuto a farlo. Non faccio parte del loro target. Stesso discorso vale per Federico Moccia. Non mi piace, ma se avessi avuto vent'anni di meno forse avrei tutta la sua bibliografia. Nonostante questo riconosco nel suo successo l'apertura di un filone letterario che sta avendo molto successo (i libri per teenager, i giovani adulti) seguito con più o meno successo da molte case editrici. Alla faccia della crisi (di chi poi?).

- Camilleri vari - Altro autore nazionalpopolare. Non ho mai letto nulla di Camilleri e francamente non rientra nei miei gusti. Camilleri, un po' come Faletti, mi ricorda qualcos'altro. In questo caso è Fiorello che lo imita.

- John Grisham - Grisham è come Stephen King e Nick Hornby: sono più veloci loro a scrivere che io a leggere ciò che scrivono. Quindi alla fine ho rinunciato a stargli dietro.

In compenso ci sono molti sconti estivi di cui approfittare e bancarelle in cui trovare buoni libri a poco prezzo.

2 commenti:

Imp ha detto...

Se non hai mai letto Camilleri, come fai a sapere che non rientra nei tuoi gusti?

Mirco ha detto...

Il genere non mi attira
Mirco