Sto cercando di farmi un'idea di questa nuova legge che regola gli sconti e, a detta loro, favorirebbe la bibliodiversità aiutando piccole librerie e piccole case editrici.
Gli articoli in rete sono numerosi tra cui questo dal titolo non equivocabile di: "Perché la legge sul libro non va contro i lettori".
http://leggesulprezzodellibro.wordpress.com/2011/07/25/perche-la-legge-sul-libro-non-va-contro-i-lettori/#more-1422
I mulini a vento, come potete leggere, è un'associazione di piccole case editrici che ha promosso questa legge aiutando anche i legislatori a modificarla in meglio, non come volevano, ma è già qualcosa.
Poi c'è un altro articolo interessante di Baionette Librarie:
http://www.steamfantasy.it/blog/2011/07/31/legge-anti-amazon-felicita-nella-aie-e-dimissioni/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+BaionetteLibrarie+%28Baionette+Librarie%29
che pone l'accento sulla qualità delle opere pubblicate e sulla questione degli Ebook. A mio parere in Italia ci vorranno ancora varie generazione perché l'ebook possa affermarsi realmente, ma è un'opinione personale.
Ce ne sono altri. Di questi articoli sono interessanti sia gli articoli sia i commenti proveniente da librai e lettori. E' difficile farsi un'idea di ciò che è meglio o peggio, posso farmi un'idea in base alla mia esperienza di lettore.
Non ho cambiato idea: per me questa legge permette ai pesci piccoli di mangiare pesci ancora più piccoli, mentre gli squali nuotano indisturbati in cima alla catena alimentare e libraria.
Cosa cambierà per me? Vediamo.
- Acquisti online. Come potete leggere dai miei post non mi nascondo e lo dico chiaramente: ho comprato e (forse) continuerò a comprare nei negozi online come Bol.it, IBS e Amazon. L'ho fatto perché i libri costano troppo, ma non solo quelli delle grandi case editrici, anche quelle delle piccole. Allora ho sempre puntualmente approfittato delle offerte come il 3x2 di Bol. In queste offerte non c'erano soltanto libri della Mondadori e della Feltrinelli (tanto per citare due grandi case editrici a caso), ma anche libri di piccole case editrici. Ne ho comprati molti, soprattutto per bambini o libri che avevo soltanto voglia di leggere per curiosità e che forse a prezzo pieno non avrei mai comprato. Grazie a questi sconti ho conosciuto nuovi autori e tante belle storie.Adesso dovrò diminuire la mole di acquisti e forse non asseconderò molto il mio intuito: se c'è un libro che "potrebbe" piacermi lo lascerò lì dov'è e darò la priorità agli autori che già conosco. La bibliodiversità rimane, perché posso scegliere, ma il potere di acquisto diminuito mi impedirà di sperimentare.
- Acquisti offline: grandi catene. Compro, non sempre, in una delle grandi librerie della zona e anche il quel caso approfitto sempre degli sconti. A differenza degli store online gli sconti erano limitati a singole case editrici, la maggior parte delle quali grandi: Mondadori, Feltrinelli, Giunti, ecc. Una limitazione di questi sconti mi porterà a diminuire gli acquisti nelle grandi catene, ma è chiaro che anche se lo sconto fosse soltanto del 5% mi converrebbe approfittarne. A questo punto, come forse volevano realmente le piccole case editrici e i librai, sarebbe stato meglio proibire qualsiasi tipo di sconto, anche minimo. In questo modo il best seller venduto in una grande catena avrebbe lo stesso prezzo in una piccola libreria. Però... è proprio questo il ruolo della piccola libreria? Vendere libri mainstream? Per come vedo io le piccole librerie no. Allora a che serve impedire gli sconti?
- Acquisti offline: piccole librerie. Sono le mie preferite perché queste librerie sono sempre colme di libri che non ti aspettavi di trovare. Quando vado in una piccola libreria cerco innanzitutto vecchie edizioni vendute con forti sconti, dal 10% di alcune fino al deprezzamento totale: mi è capitato di trovare magnifici libri a un euro. Quando vado in una piccola libreria non mi aspetto di trovare Faletti o Volo, o almeno non solo quelli, mi aspetto che venga realmente dato un significato al termine bibliodiversità, il che significa trovare case editrici piccole e sconosciute, case editrici estinte, libri usati, libri vecchi a metà prezzo e mi aspetto soprattutto che se chiedo qualcosa al libraio questo mi risponda con cognizione, non come mi è capitato in una grande distribuzione dove il commesso (immagino precario) non sapeva chi avesse scritto Le avventure di Huckleberry Finn.
Continuerò a frequentare le piccole librerie per questo motivo: per trovare cose che non troverei altrove. Se questa legge sugli sconti permetterà alle piccole realtà commerciali di riempire gli scaffali di narrativa mainstream, allora forse mi disabituerò a cercarle, frequentarle, viverle. Semplicemente perché non ne varrebbe più la pena. Questo mi fa porre la questione: perché i piccoli librai sono tutti arrabbiati con Bol, IBS, Mondadori, Giunti, ecc.? Perché in altri campi le piccole realtà commerciali e imprenditoriali riescono a trovare una propria nicchia diversificando le offerte e i servizi mentre i librai chiudono?
- Biblioteche: le biblioteche comprano i libri da distributori autorizzati con forti sconti, fino al 30%. Questa legge, se non l'ho interpretata male, ridurrà il loro potere d'acquisto e saranno costretti a fare economia. Le biblioteche offrono servizi e tra questi c'è il reperimento di libri. Tra questi libri, i primi ad essere acquistati proprio perché molto richiesti, sono i bestseller. Quindi state certi che se esce un libro di Fabio Volo o Umberto Eco, questo viene subito comprato (anche in più copie) dalle biblioteche proprio perché sanno che verranno richiesti. Anzi, in molti casi c'è una fila lunghissima di prenotazioni e per avere un libro è necessario aspettare mesi.
Un minore potere di acquisto per le biblioteche, tralascio la questione dei fondi comunali sempre minori, comporta che queste potranno decidere di acquistare prevalentemente bestseller a scapito della saggistica e di altro materiale. La biblioteca deve innanzitutto soddisfare i suoi iscritti comprando i libri più richiesti poi può decidere quali altri comprare, in base alle competenze e all'intuito dei singoli bibliotecari. Quindi un maggior potere di acquisto per le biblioteche significa maggiore bibliodiversità.
martedì 9 agosto 2011
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3 commenti:
non è detto che commesso precario = commesso ignorante, anzi!
Per quanto riguarda le biblioteche, non è sempre una scelta quella di acquistare per primi i bestseller, anzi compito delle biblioteche è anche educare alla lettura proponendo titoli nuovi, diversi, particolari. Ma purtroppo i fondi scarseggiano già da un po', quindi oggi è come dici tu
non ho detto che tutti i commessi precari sono ignoranti. Però se non sono specializzati avranno senz'altro un livello di conoscenza mediocre, se non scarso. Poi capiterà anche che un laureato in lettere si metta a fare il commesso in una libreria...
C'è sempre una soluzione drastica: rivolgersi al mercato estero. Se possibile preferisco leggere in italiano, ma se proprio ci saranno problemi di prezzi assurdi e reperibilità, rispolvererò il mio inglese ;-)
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