lunedì 29 agosto 2011

e buongiorno...

Se ne sono accorti pure su Repubblica che esiste un vasto business spenna-esordienti. L'articolo e il titolo "Premiopoli", fa capire sin da subito quale sia la posizione del giornale nei confronti dell'editoria a pagamento che si nasconde dietro l'istituzione di concorsi (sempre a pagamento) che promettono di pubblicare i vostri romanzi, racconti o addirittura poesie inedite.
L'articolo però è poco approfondito, ed è questo.
Si cita anche il premio Calvino che poi, in realtà, è a pagamento. Credo che partecipare a questo premio costi ben 60 euro (100 se supera le 300 cartelle!). La differenza tra il Calvino e gli altri è che questo premio ha dato i natali letterari a scrittori tutt'ora famosi come Paola Mastrocola. Tenuto conto che vogliono il manoscritto in varie copie ecco che la spesa aumenta. Troppo.
Nonostante questo, il premio Calvino può rientrare tra i premi "prestigiosi", di quelli che se vinci con molta probabilità qualcuno di importante leggerà il tuo romanzo.
Ma pagare per partecipare a un concorso non può essere la discriminante. E' una scelta classista. Di questi tempi poi, spendere 100 euro quando lo stipendio medio di un giovane è di 800/900 euro, lo trovo concettualmente sbagliato. Se la discriminante sono i soldi e non la bravura, molti bravi scrittori sommersi rimarranno sconosciuti.
Credo che almeno per il Calvino richiedere il manoscritto in triplice copia (ad esempio), quindi con una spese di stampa e di invio che si aggira intorno ai 30 euro, possa essere sufficiente. I soldi per pagare i giurati (come la Murgia quest'anno) vanno reperiti tramite sponsor.
Ci sono molti altri concorsi a pagamento. L'articolo di Repubblica ne indica circa 1800.
E' inutile tentare di capire quale tra questi sia un buon concorso e quale no. Le regole sono poche e semplici. Mi rivolgo a VOI esordienti che sperate di vincere un concorso per avere visibilità e qualcosa da scrivere sul vostro curriculum letterario.
- Non pagate per partecipare a un concorso. Nel 99% dei casi è una forma nascosta di editoria a pagamento. Se 500 persone partecipano ad un concorso letterario la cui partecipazione costa 20 euro, ecco che la casa editrice ne incassa 10.000. Pubblicare il vincitore potrebbe costare (metto una cifra indicativa) 5.000 euro. Quindi, come potete vedere, la casa editrice non ci rimette, anzi, ha pubblicato un libro a vostre spese e ha anche guadagnato.
- Se proprio dovete partecipare a un concorso a pagamento informatevi su:
 1- Chi è in giuria. Anche se non è detto che un nome prestigioso in giuria sia sinonimo di qualità.
 2- Se qualcuno che ha vinto il premio prima di voi ha avuto una carriera letteraria proprio grazie a questa vincita. Se il premio non dà visibilità è inutile.
 3- La casa editrice non deve essere a pagamento! Le case editrici a pagamento non contano niente, pubblicare con loro non dà nessun attestato di bravura, anzi, in molti casi sono un boomerang per il povero esordiente che tenta di farsi strada.

Privilegiate i concorsi gratuiti perché:
- Hanno più credibilità. Quando sono "seri" hanno sponsor che pagano le spese.
- Vi fanno risparmiare e con quei soldi ci andate in pizzeria con gli amici.
- Sono più difficili da vincere, essendo gratuiti hanno un numero maggiore di partecipanti. Questo significa che se vincete un concorso del genere allora siete bravi e forse qualcuno vi noterà.
- Possono essere aggiunti al vostro curriculum letterario.



4 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Di concorsi gratuiti e seri per esordienti ce ne sarebbero pure, il problema è che la visibilità che offrono è pari quasi allo zero... :-(

Mirco ha detto...

e in alcuni casi si prendono i diritti sul racconto. Non vale la pena.

Anonimo ha detto...

giusto per precisare: il calvino è l unico premio che manda a TUTTI i partecipanti una scheda di valutazione dell'opera. Nessuno dei giurati viene pagato, perchè sono volontari, Murgia compresa. In 1 anno 7 libri dell'ultima edizione verranno pubblicati con ottime case editrici. Non si capisce perchè, oltre a fornire la garanzia della lettura, la scheda e una grandissima opportunità ai partecipanti il Premio dovrebbe farlo gratuitamente. Il lavoro va pagato, altrimenti è schiavismo. Cordiali saluti, Chiara.

Mirco ha detto...

Gentile Chiara, si paga la partecipazione al concorso o la scheda?
Il Calvino come ho detto è l'unico che potrebbe valere la spesa. Sarebbe migliore se si trovasse un modo per evitare il pagamento.