giovedì 15 dicembre 2011

Dickens a Natale

Forse ne ho già parlato, ma sono di quelli che associano alcuni autori in particolari periodi stagionali e dovendo scegliere cosa leggere non posso prescindere da queto. Mark Twain ad esempio è un autore estivo, forse perché vedo in Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn una spiccata solarità. Sarà che me li immagino sempre a bivaccare sotto le stelle con un pesce gatto ad arrostire sul fuoco, o nella casa sull'albero, o su una zattera pronti a navigare sul Mississipi. Neanche Una banconota da un milione di dollari e Il principe e il povero , racconti indubbiamente invernali se non natalizi, riescono nell'impresa di farmi cambiare idea. Certo è che se dovessi rileggere uno di questi due racconti lo farei proprio adesso.
Nel mio immaginario personale Dickens è lo spirito stesso del Natale, altro che alberello o presepe. Un canto di Natale è una magnifica storia di redenzione e riscatto nei confronti di una società che ci vuole incattiviti e aggressivi. In fondo Ebenezer Scrooge è vittima di questo, perché (sarà che sono fondamentalmente ottimista), se non fosse per la crescente competitività che ci pone l'uno contro l'altro e non l'uno con l'altro, non esisterebbero vecchi taccagni che licenziano la vigilia di Natale e non esisterebbero banchieri al governo. Scrooge si riappropria della dignità che la società industriale stava pian piano togliendo all'uomo.
Dopo anni quindi ripesco una mia vecchia tradizione: leggere Dickens a Natale. Ho scelto un libro che non avevo mai letto: La piccola Dorrit. E' epifanico riscoprire la bella di scrittura di un autore che si è trascurato per molto tempo. Dickens è fenomenale, bravo, mai prolisso. Sempre giusto nel dosare umorismo e sentimento. Sono tra chi è riuscito a leggere tutto Il circolo Pickwick divertendosi, tra l'altro.
Al Natale associo sempre un anime che ritengo giusto per questo periodo. La piccola Nell è uno dei pochi che non ho mai visto da piccolo e non mi spiego perché. Forse qui a Roma è stato mandato in onda poco nonostante le tante reti che trasmettevano cartoni animati (Teleroma 56, TVR Voxon, Rete Capri...). Questo anime è tratto dal romanzo La bottega dell'antiquario, sempre di Dickens guarda un po'. Stranamente non è una di quelle serie che fa parte del World Masterpiece Theatre, infatti consta soltanto di 26 episodi.
La sigla è stata incisa soltanto di recente dai Cavalieri del Re ed è, che ve lo dico a fare, veramente bella.

(Sigla di chiusura)

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