Il consiglio principale è il seguente: non pagate. E' il comandamento dei comandamenti, la legge fondamentale da rispettare. E' semplice matematica per imbecilli applicata alla voglia di vedere il proprio nome stampato su un qualunque foglio scritto: dal romanzo alla multa per divieto di sosta.
Regola numero 1: "Se per pubblicare dovete spendere una cifra di almeno il doppio del costo della stampa e della spedizione di un manoscritto, non vale la pena".
Postilla alla regola numero 1:"Questo vale anche se decidete di spedire il manoscritto con carta pregiata, rilegatura in pelle umana, raccomandata superveloce, ecc. Usate carta economica, riducete il getto di inchiostro della vostra stampante, rilegate i fogli con la saliva (ma se non li rilegate per niente è meglio), usate tutti gli accorgimenti del perfetto tirchio e ricordatevi che al 99% sono soldi sprecati.
Post-postilla:"Stampate il vostro manoscritto in ufficio. Non fatevi prendere i sensi di colpa per questo, pensate agli straordinari non pagati, i cazziatoni che il vostro capo vi ha fatto senza motivo, i buoni pasto che non vi arrivano, il contratto che sta per scadere e non voi non sapete se ve lo rinnovano, il parcheggio a due chilometri di distanza, ecc."
Regola numero 2: "Se avete pagato per pubblicare, mi raccomando di non dirlo in giro. Sul vostro blog fate finta di niente."
Regola numero 3: "Se voi editori vi siete fatti pagare fate finta di niente, tanto nessuno potrà andare a controllare il vostro estratto conto e i movimenti bancari. Poi se vi sgamano negate e minacciate una querela"
Non pagate per pubblicare, questo lo dicono tutti i più importanti scrittori del nostro paese, qualche scrittore meno importante, lo dicono i critici che si rifiutano di leggere romanzi auto-pubblicati, lo dicono i critici che non prendono in considerazione saggi auto-pubblicati e lo dico io.
A queste spese non aggiungerei neanche un centesimo, o le vecchie cinque lire di quelle con Flipper che ti squadra in malo modo, in servizi letterari. Ovvero: non pagate per farvi fare una correzione delle bozze o editing.
Se la prima è quasi comprensibile se volete presentare un manoscritto pulito da refusi ed
Pagare per fare editing è inutile perché l'editor di una casa editrice, una vera dico, avrà sempre l'ultima parola sul tuo manoscritto, soprattutto se sei un esordiente. E' probabile che tutti i cambiamenti che l'editor a pagamento ti ha fatto fare siano stati inutili. Ti ha detto di accorciare quella sottotrama perché era un po' noiosa? Stai sicuro che il vero editor ti chiederà: perché non hai sviluppato questo pezzo?
L'editor a pagamento ti ha consigliato (dopo il bonifico) di togliere due o tre personaggi? Allora il vero editor ti dirà che il sistema dei personaggi è un po' povero, che andrebbe aggiunto un cugino almeno, o lo zio ricco che torna in Italia una volta l'anno.
Non pagate! E' la regola fondamentale. Tenetevi i (spero pochi) refusi del vostro manoscritto. Accontentatevi di farlo leggere a uno o due amici che vi troveranno qualche D eufonica, qualche ripetizione o altro.
Soprattutto: non pagate per fare editing pesante, per cambiare quindi la struttura del vostro romanzo o avere un parere professionale (in molti casi professionali non sono neanche) sullo svolgimento, sui personaggi, le sottotrame. E' inutile e dannoso.
Non vi dico di non pagare le Poste Italiane perché purtroppo non si può fare, ma certamente vi consiglio di dare la possibilità di leggere per primo il vostro manoscritto a chi vi permette di spedirlo in email. Anche alcune importanti case editrici lo fanno.
4 commenti:
Tutto condivisibile, anche se hai dimenticato un'opzione importante: la possibilità di stampare un libro a proprie spese come scelta consapevole. In quel caso è opportuno sapere le vie migliori per pagare il meno possibile. Fra i post che avevo programmato per i prossimi giorni ce ne sta uno proprio su questo argomento, magari citerò il tuo post di oggi come riferimento al caso di pubblicazione a proprie spese come inganno da parte dell'editore ("Hai scritto un capolavoro, intanto paga, etc.") in contrapposizione a quella fatta deliberatamente, magari senza eppure rivolgersi a un editore ma direttamente a un tipografo che si limita onestamente a fare un preventivo in base alla tiratura di stampa richiesta.
Non è un post esaustivo, ho preferito parlare solo di servizi editoriali. Il Print on demand è un'altra cosa e comunque anche in questo caso non consiglio di far editarre il libro a pagamento. Meglio tenersi i difetti e i refusi.
Ciao Mirco. Sono d'accordo sul non pagare per pubblicare. Come anche, sul non pagare per un editing pesante. Come anche di evitare l'on-demand, a meno che non si voglia regalare un libro di ricette ai parenti per natale. Però, a mio avviso, i servizi offerti dalle agenzie letterarie possono essere a volte utili, sia per affinare le capacità narrative di un autore esordiente, sia per fargli capire che è meglio se attende e migliora prima di ritenersi anche solo uno scrittore esordiente... no? Intendo che, se si hanno dubbi sul proprio lavoro e ci si affida a un editing e si riceve il proprio testo pieno zeppo di correzioni e consigli sulla trama, allora può iniziare un percorso che porterà a scrivere un testo migliore. Se invece si scrive e si invia alle case editrici tutte le "cavolate" che cadono sulla pagina bianca, ci si ritrova poi con le case editrici che non accettano più manoscritti inediti in visione...
Non hai tutti i torti Pat. Sono dell'idea però che molti "esordienti", li metto tra virgolette, non siano disposti a mettersi alla prova e utilizzino questi servizi per poi mandare il loro manoscritto alla casa editrice comunque.
Ci sono molti altri modi per confrontarsi: metti il tuo manoscritto online e chiedi agli utenti di leggerlo. Riceverai critiche, commenti e consigli gratuiti e avrai risparmiato due, tre o quattrocento euro.
Poi con quei soldi vai in libreria e compri il corrispettivo in libri di autori che stimi e a cui ti ispiri. E dopo averli letti imparerai nuove cose, a meno che non sei de coccio ;)
Poi, a parte gli errori grammaticali, ogni altro consiglio è soggettivo. Puoi trovare un editor che ti dice che è noioso mentre per un altro è divertente. Uno ti dice che ci sono troppi personaggi, un altro pochi. Consigli di questo genere sono inutili secondo me, a meno che non siano macroscopici rientrano in una personale visione di come dovrebbe essere un romanzo.
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