lunedì 26 marzo 2012

Alice senza niente

Ci sono dei libri che sono talmente veri da pentirti di averli letti. Romanzi che ti danno la nausea, che alimentano con quel senso di impotenza che stavi a fatica nascondendo perché ne hai paura.
Così è Alice senza niente di Pietro De Viola edito da Terre di Mezzo.
E' difficile parlarne proprio perché dopo averlo letto vorresti dimenticarlo e pensare che no, non è tutto vero, che i giovani in fondo hanno qualche speranza, un piccolo futuro da coltivare e far crescere. Pietro De Viola non lascia nulla di compiuto, il suo pensiero è reale quanto pessimista. La sua visione delle cose è atrocemente scaraventata contro la realtà di un lavoro che non arriva mai, di spese sempre incombenti, con la voglia di essere definito almeno "precario", perché anche quello, in fondo, sta diventando uno status privilegiato.
E' forse il miglior libro che ho letto sull'argomento. Ha parecchi spunti di riflessione, andrebbe analizzato quasi paragrafo per paragrafo. Anche la dissertazione metaletteraria finale meriterebbe un capitolo a parte di una lunga recensione. Così come il fatto che il libro è in qualche modo "incompleto", senza un vero finale. Credo che possa essere un modo per dire che le cose non stanno cambiando, e se dovessero farlo, non sarebbe sicuramente in meglio.
E' un romanzo che meriterebbe una collocazione editoriale migliore, un po' di attenzione dei media e, perché no, delle scuole, come avvertimento.
Un libro da far leggere alla Fornero per farle capire che le lacrime non sono tutte uguali, le lacrime sono classiste.

http://www.alicesenzaniente.altervista.org/

1 commento:

Magenta ha detto...

No, mi spiace, io l'ho trovato veramente noioso e ho fatto fatica a finirlo.
Mi è parso esagerato ma magari sono io che vivo fuori dal mondo; dirò allora dello stile: è narrato tutto in prima persona, con i pensieri della protagonista, ma lei è un personaggio antipatico e non mi ci sono riuscita ad affezionare. Ha pensieri piatti, vuoti.
Se lo scopo è dare l'impressione di una persona divenuta così perché non ha più sogni, allora ci riesce