martedì 27 luglio 2010

Tornando a parlare di Ebook: Bookrepublic

Apre il primo store di Ebook italiano. Si chiama Bookrepublic e ha in catalogo già molte case editrici famose come la Minimum Fax e la marcos y marcos; inoltre ha molte altre case editrici sconosciute o semisconosciute che con molta  probabilità vedono in questa vetrina un modo per farsi conoscere e avere un mercato che la distribuzione normale gli impedisce di avere.
I prezzi sono alti. Dieci euro per un ebook è improponibile in un mercato che sta ancora cercando di costruire la propria nicchia e lo sarà finché il consumatore non avrà altra scelta e dovrà adeguarsi. Nel frattempo in molti chiedono l'abbassamento dell'IVA, dal 20% (gli ebook vengono equiparati al software) al 4%. E questo comporterebbe una riduzione dei prezzi, ovviamente. Ma sarà sufficiente?
Veniamo ad altre questioni pratiche. Tra le loro FAQ leggo questo:

Il watermarking è un metodo per la protezione dei contenuti che non limita in alcun modo l’utilizzo del file a cui viene applicato, ma agisce inserendo al suo interno delle informazioni sul proprietario difficili da rimuovere. Queste informazioni sono tracciate attraverso una sorta di filigrana nell’ebook, e sono visibili nell’exlibris, che personalizza il libro scaricato con il nome e il cognome di chi l’ha acquistato e con alcune informazioni sull’acquisto (data e numero della transazione, per esempio).
E dopo:

Il vantaggio del watermarking è dato dalla sua natura “sociale”: a differenza dei più comuni sistemi di protezione del contenuto (DRM) che agiscono limitando il lettore nell’utilizzo del file, il watermarking scoraggia la diffusione illecita del file perché contiene anche informazioni personali sull’acquirente.

Grazie per aver evitato il DRM (che ha fallito molte volte per fortuna), ma francamente a farmi tracciare tramite i dati personali no, non ci sto. Pensate come possa diventare pericoloso in futuro sapere cosa legge una certa persona. Non parlo soltanto di marketing mirato (che potrei giustificare soltanto con un drastico abbassamento del prezzo: tu mi mandi pubblicità, ok, ma fammi pagare di meno), ma qui si tratta di venire a conoscenza anche delle sue tendenze politiche, sessuali e quant'altro.
Pensando al DRM al watermarking e ai tanto amati Ebook (amati forse da Amazon, non da me), mi è venuto in mente che questi libri non possono essere prestati. Ammetto che presto i miei mal volentieri (in molti casi non tornano e andarli a richiede sembra quasi chiedere la questua), però ritengo importante poter far leggere qualcosa che ho amato anch'io, che ho vissuto, soltanto per il gusto di poterlo condividere (legalmente, a meno che anche il prestito un giorno diventi illegale) e quindi parlarne .
Nessuno quindi presterà più i libri semplicemente perché nessuno avrà più libri. Nessuno poi avrà più problemi di spazio e non sarà costretto ad andare all'IKEA e comprare una nuova Billy. Pagheremo 10 euro una manciata di bit che dopo sei mesi potremmo perdere (leggete il punto in cui Bookrepublic dice che il libro acquistato è scaricabile soltanto per i sei mesi successivi al primo acquisto). Non avremo quasi nulla in cambio, praticamente. Ma queste forse sono le mie solite paranoie da consumatore tipico nell'era post-industriale, e ne ho veramente tante di questo genere.
E poi mi chiedo: le biblioteche come si adegueranno a questo cambiamento? Nel momento in cui un libro potrà soltanto essere scaricato e non avrà una versione cartacea, come farò io ad averlo in prestito? Sparirà anche questo, forse. Si arriverà al punto in cui se vorrai leggere qualcosa dovrai per forza comprarlo.

5 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

No, non credo che sarai costretto a comprare un libro. Le biblioteche funzioneranno comunque, solo che ti passeranno un file temporizzato.

Mi spiego meglio. Hai presente come funziona Kindle e il suo store. Tu, da un qualunque punto del mondo, ti puoi collegare gratuitamente allo store di Kindle e comprare un libro. Questo ti appare sul lettore di ebook in meno di 60 secondi.
Tempo fa è successa una piccola magagna sui diritti d'autore di 1984 e, Amazon fu costretta a ritirare il libro da tutti i lettori di ebook Kindle e di restituire la cifra dell'acquisto.
Quel gesto fu criticato da tutti ma... mostra una "potenzialità" per le biblioteche.

Le biblioteche del futuro potrebbero fornirti il libro che richiedi e... prelevarlo dal tuo lettore alla scadenza del periodo previsto per la lettura. Tutto automaticamente... e ciò potrebbe anche evitare i "furbetti" che non consegnano mai i libri che hanno preso in custodia.

Insomma... non credo che l'ebook andrà a uccidere certi servizi.

L'unico limite che forse avremo è proprio quello di non poter più prestare i libri... ma ehm ehm... vuoi dire che non ci sarà mai modo di... ehm ehm... farlo con metodi non ufficiali? ^_^

Per la musica non ho notato problemi di questo tipo! Anzi, alcuni autori dichiarano che certi "metodi" ortodossi per aggirare i limiti del digitale finiscono per fare loro pubblicità e far affezionare nuovi ascoltatori alla loro musica.
Un po' come fece Microsoft con MSDOS e OFFICE agli albori dell'era dei computer. Le aziende compravano software ufficiale. I dipendenti se ne portavano a casa una copia da installare sui loro personal... da lì a qualche decennio MS domina il mercato mondiale dei computer!

Mirco ha detto...

Il discorso sulle biblioteche è più complicato mi sa. Una biblioteca costituita soltanto da libri digitali non è neanche una biblioteca: è un sito internet in cui fare richiesta e prelevare il libro. Non esisterà più il "luogo" biblioteca, a parte quelle che avranno libri di carta e che diventeranno dei musei. Poi c'è la questione della quantità. Una biblioteca ha di norma un solo "Oceano mare" di Baricco ad esempio, mentre un libro digitale può essere scaricato infinite volte. Non ci sono dei limiti. Certo, le case editrici potrebbero imporli comunque perché se ad esempio una biblioteca acquista un libro appena uscito e questo il giorno dopo viene preso in prestito da mille persone, ecco che in questo caso quelle persone non andranno mai a comprarlo. Come utente potrei averlo quando voglio, non devo aspettare che venga restituito dopo un mese (e questo potrebbe farmi decidere di comprarlo).
Per questo motivo penso che le biblioteche potrebbero cessare la loro attività di prestito e diventare "musei" di libri di carta. E in questo caso saremo costretti sempre a comprare.

Ariano Geta ha detto...

Penso che prima o poi ci si arriverà davvero alla sparizione della carta e alla digitalizzazione totale.
E appena mancherà la corrente o i database andranno in fumo a causa di un virus, l'umanità perderà il suo patrimonio letterario...
(troppo catastrofico, vero?)

Simone ha detto...

ciao Michael, ho scoperto da poco il tuo blog. condivido gran parte dell'articolo e spero pure io che i libri di carta non muoiano..anzi sono convinto che non sarà così anche se sono un accanito "consumatore di tecnologia" e un tifoso degli ebook :-) per quanto riguarda la tracciatura dei gusti personali di una persona hai ragione, non è piacevole...confermo! pensa poi cosa fa google con le nostre ricerche o Facebook con i profili delle persone. per quanto riguarda bookreapublic però ho visto che chiedono (di fatto) obbligatoriamente solo l'email quindi il problema, almeno per me, è meno sentito.
al limite si può sempre risolvere la cosa creando un'email secondario "usa e getta", da tenere solo per gli acquisti (io faccio così..e che mandino pure pubblicità!).

trovo limitante invece il fatto che dopo 6 mesi non sia più possibile scaricare gli ebook acquistati.un utente, a mio parere, sullo store online dovrebbe sempre aver a disposizione tutti gli ebook acquistati anche perchè dal punto di vista tecnico non ci sono particolari limitazioni a realizzare questo...

un saluto
Simone

Mirco ha detto...

Ariano, sei catastrofico ma non so darti torto. Pensa a quante cose abbiamo perso a causa dell'incendio della biblioteca di Alessandria! Succederà ancora? Un black out globale? Chissà.
@Simone: di limiti ce ne sono tanti, troppi e tutti a sfavore del consumatore. E non è un caso.