lunedì 9 maggio 2011

Sono milioni

Questo racconto partecipò eoni fa a un concorso indetto dal Cicap, di cui sono sostenitore.  Insieme a questo spedii Oltre. I racconti, per la natura del concorso, dovevano essere brevissimi e dedicati a qualcosa di misterioso. Con Oltre ho ripescato la leggenda delle fate di Cottingley, questo del racconto invece è un cosiddetto OOPart, Out Of Place Artifacts: un manufatto fuori posto, qualcosa che non avrebbe dovuto esserci in quel determinato posto e in quel determinato tempo. Pensate alla famosa "Pila di Baghdad". Cosa ci faceva una pila elettrica nella Baghdad del 250 AC? Niente, infatti non era una pila elettrica.
Questo racconto parla di una pila elettrica molto particolare. E' una parodia della pila di Baghdad e chi ricorda le vecchie pubblicità anni '80 capirà a cosa mi riferisco. Per gli altri allego foto.

Sono milioni

- È assolutamente impensabile che questa specie di vaso di terracotta possa essere un manufatto alieno.
- Eppure sembra che qualcuno abbia visto degli oggetti non identificati volare da queste parti, ultimamente.
- Non crederai a queste sciocchezze, spero?
- Io credo solo a quello che vedo, e davanti a me c'è una pila elettrica vecchia di almeno millecinquecento anni.
- È chiaro, gli ALIENI, millecinquecento anni fa, erano dotati di lettori mp3 che funzionavano con batterie del genere! Fammi il piacere!
- Non essere sarcastico. Queste che tu chiami batterie, se messe in serie, possono alimentare una torcia elettrica senza alcun problema.
- Spiegami cosa se ne fanno gli alieni di un torcia. Stiamo parlando di esseri intelligenti in grado di spostarsi velocemente in ogni punto della galassia.
- Non al buio, evidentemente.
- Oh, bene, dimmi allora come dovrebbero essere questi extraterrestri che ci hanno lasciato una pila elettrica qui a Baghdad, vicino a questa ridicola scultura moderna.
- Non te lo saprei dire con certezza...
- Sono verdi, squamosi e con la lingua biforcuta? Mangiano topi in un boccone?
- Non dire sciocchezze!
- Oppure grigi, con grandi occhi allungati su una testa a forma di uovo.
- Non ho molta voglia di scherzare, smettila dai!
- Oppure potrebbero essere famelici, avere tre fila di denti e magari potrebbero tornare per nutrirsi di carne umana.
- Guarda che qui a Baghdad non vedono quel genere di film.
- Intendi rimanerci a lungo per questo motivo?
- Finché non troveremo altre pile. Continueremo a scavare vicino a questa statua, dove abbiamo trovato la prima.
- È la scultura più strana che abbia mai visto. Cosa dovrebbe rappresentare?
- Non ne ho idea. Ho passato anni a studiare archeologia e non ho mai avuto tempo per approfondire l'arte moderna.
- Be', in ogni modo sarai d'accordo che una statua di venti metri raffigurante un coniglietto rosa con un tamburino a tracolla sia strana, non pensi?
- Finalmente siamo d'accordo su qualcosa.
- Hai notato che ha un vano dietro la gamba? Hai provato a infilarci la pila?
- Perché dovrei?
- Provaci, non penso che sia pericoloso.
- Hai ragione, si incastra perfettamente.
- Visto? Ti ho aiutato a risolvere un mistero.
- È una coincidenza davvero particolare.
- La statua del coniglietto si è mossa.
- Stavolta sei tu ad avere troppa immaginazione.
- Ho sentito nitidamente il rumore di un tonfo, come se il coniglietto avesse battuto una bacchetta contro il tamburo.
- Impossibile!
- Guarda lì su. Vedo dei puntini avvicinarsi.
- Sembrano dirigersi da questa parte.
- Si stanno avvicinando sempre di più.
- Sono identici alla statua del coniglietto.
- Sono milioni.


1 commento:

Ariano Geta ha detto...

Ricordo bene. Una pubblicità-tormentone, peraltro efficace visto che se devo comprare delle pile quando vado allo scaffale d'istinto le prendo di quella marca. Effetto persuasione occulta ;-)
Chissà, magari fra mille anni saranno davvero oggetti interessanti per gli archeologi.